Comincia dall'8 luglio presso Villa Filippina, in Via San Francesco di Paola, e proseguirà fino al 5 agosto presso il Teatro Biondo, in Via Roma, a Palermo, la nuova stagione teatrale estiva che vedrà in scena gli esponenti più talentuosi e carismatici del teatro palermitano, tra i quali gli straordinari Salvo Piparo e Costanza Licata, figlia dell'indimenticabile Salvatore.

Un programma dedicato a Rosalia

Molti saranno gli appuntamenti e gli spettacoli dedicati a Santa Rosalia, patrona di Palermo, denominata "La Santuzza", che liberò la città dalla peste tra i quali:

  • Dal 18 a 30 luglio: riadattamento teatrale dell'opera " Il Curriculum di Dio" di Fournier con musiche degli "Akkura"
  • 1°Agosto : va in scena lo spettacolo "Mimì - Quando Modugno non era ancora Mister Volare", per ricordare il grande Domenico Modugno
  • 4 e 5 agosto, giornate conclusive: andranno in scena gli irriverenti 4 della Banda Osiris con le loro "Dolenti Note".

Tutte le opere avranno un "retrogusto amaro" poiché tratteranno tematiche importanti e molto delicate quali l'ipotetica difficoltà di ingresso nel mondo del lavoro di Dio, anche lui travolto dai test psicoattitudinali e l'ingiustificata ed ingiustificabile realtà dello Ius Soli, che vede nei migranti una minaccia e non una risorsa.

Salvo Piparo e Costanza Licata: i Romeo e Giulietta del Sud

Sono loro i nuovi protagonisti del teatro palermitano, non quello d'élite, non quello dei lustrini e della fama, ma quello vero, quel teatro che racconta la verità e le vicissitudini quotidiane. Figlia del grande Salvatore Licata, lei, dal padre, ha ereditato quella determinazione, quel bisogno di affermazione sottile, ma travolgente che narra con movimenti decisi, fermi, disciplinati, ma che inducono al movimento, all'avanzamento e al disprezzo di una staticità culturale ed intellettuale che videro in suo padre il maggiore oppositore.

Figlia di un padre ribelle alle collusioni mafiose e alle emarginazioni che frustravano il corpo e lo spirito di quegli uomini vittime di barbarie degli anni di piombo di quella Palermo affogata nel sangue e nella polvere da sparo.

Una donna coraggiosa che canta alla gente ed imprime quelle note sulla pelle: una tatuaggio d'onore per esortare l'individuo passivo a rialzarsi dalle ceneri della propria inettitudine.

Lui, lo studente modello dell'Università della strada, Salvo Piparo, un giullare squisitamente malinconico che trascina lo spettatore coinvolgendolo in delle vere e proprie montagna russe emozionali: sorprende ed emoziona ad ogni battuta.

Irriverente e timido, maestro indiscusso di umiltà e grazia interpretativa, artista poliedrico e dall'incommensurabile bagaglio di cultura teatrale e letteraria, esorta il pubblico, con beffarda ironia, a scardinare le barriere culturali e sociali, di sdoganare tradizioni impopolari e aprire gli occhi verso il vero: quello vero, però.