Attentato alla Costituzione. Questa è la motivazione della richiesta di messa in stato di accusa per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano presentata oggi alla Camera ed al Senato dai parlamentari del Movimento 5 Stelle. Tra le motivazioni che hanno portato alla richiesta, annunciata più volte negli scorsi mesi da vari esponenti del principale movimento d'opposizione e dallo stesso Beppe Grillo, ci sono lo svuotamento dei poteri del Parlamento e l'ingerenza nelle questioni della magistratura, con particolare riferimento alla distruzione delle intercettazioni sulla trattativa Stato-mafia.

Da parte sua Giorgio Napolitano ha preferito commentare lapidariamente l'iniziativa dei cinquestelle limitandosi ad affermare che l'iniziativa debba fare il suo corso. Critiche, invece, le reazioni degli altri schieramenti politici: il capogruppo al Senato per il Partito Democratico Zanda ha fatto eco alle parole del segretario Matteo Renzi, secondo il quale l'obiettivo dei grillini è quello di abbattere la democrazia.

Il Ministro Emma Bonino, invece, ha stigmatizzato la situazione generale della vita politica italiana come totalmente mancante di decoro. Critiche provengono pure dagli ambienti di Forza Italia, che pure in passato era apparsa favorevole alla richiesta di "impeachment". Da parte grillina il Vicepresidente della Camera Luigi di Maio ha sottolineato come Napolitano abbia ormai perso il ruolo di arbitro affidatogli dalla Costituzione.

Questo evento giunge a coronamento di una settimana infuocata per il Parlamento con la bagarre scatenata dall'utilizzo della regola della "ghigliottina" e dall'approvazione del decreto Bankitalia-Imu. A questo clima incandescente si va ad aggiungere anche la notizia che la Procura di Roma, a seguito ad un espost della deputata Stella Bianchi, ha avviato un procedimento contro il deputato cinquestelle Sorial, dopo che nei giorni passati aveva etichettato il Presidente come "boia".