La camera dei deputati boccia i primi due dei tre emendamenti sulle quote rose, la cosiddetta parità di genere nelle liste delle elezioni, dopo una votazione a scrutinio segreto. Voto segreto che è rimasto, nonostante la richiesta di molti parlamentari per un voto trasparente, richieste provenienti, da quanto si apprende, perlopiù da parlamentari di Forza Italia, convinti con questa richiesta di poter mettere in difficoltà il PD del premier Matteo Renzi.



Il primo emendamento prevedeva l'alternanza uomo - donna nelle liste (cioè all'interno della lista non avrebbero potuto succedersi consecutivamente due candidati dello stesso genere).



Il secondo emendamento prevedeva la presenza a metà di uomini e donne come capilista nei collegi.

In corso di votazione un terzo emendamento. 

Un terzo emendamento in corso di votazione prevede che almeno il 40% dei capilista debba essere composto da donne.



L'aula di Montecitorio ha invece concesso il via libera ad un altro emendamento del cosiddetto Italicum: fissata ad un massimo di 120 il numero dei collegi plurinominali, quei collegi elettorali cioè che permettono ai partiti politici di presentare una lista di nomi di candidati, contrapposti ai collegi uninominali, in cui è possibile presentare solo un candidato per ogni coalizione o partito.



Ritirato infine il cosiddetto emendamento salva-lega da parte di Forza Italia, emendamento così chiamato perché avrebbe permesso alla lega (ma anche ad altri partiti) l'ingresso in Parlamento anche senza superare la soglia di sbarramento del 4,5% se inserita in una coalizione.