Inizia il 18 luglio in Commissione Giustizia il cammino del Disegno di legge sulla legittima difesa, argomento che polarizza da tempo le opinioni del Paese. Sono cinque i Ddl depositati da soggetti diversi: uno di iniziativa popolare, due presentati da Forza Italia, uno da Fratelli d'Italia e uno della Lega. Alla Commissione spetterà il compito di decidere se basare il proprio lavoro utilizzando uno dei disegni presentati, oppure se ripartire da capo con un testo ex novo. Tra i progetti depositati manca una proposta specifica del Movimento 5 stelle che, da più parti, si prevede in arrivo nei prossimi giorni.
Gli analisti, tuttavia, assegnano alla proposta della Lega, a firma di Massimiliano Romeo (cofirmatari Andrea Ostellari, Massimo Candura, Emanuele Pellegrini e Simone Pillon), che riparte in un certo senso da dove ci si era fermati nel 2017, le maggiori probabilità di essere recepita da parte della commissione.
Cosa prevede la proposta della Lega sulla Legittima Difesa
Il punto più importante del disegno di Romeo sembra essere l'introduzione della "presunzione di legittima difesa", oggi non prevista dall'ordinamento vigente: si tratta di un richiamo al Codice penale francese che prevede la modifica dell'articolo 52 attualmente vigente nel nostro Paese. Nel dettaglio si vuole sempre considerare legittima la difesa messa in atto per reagire e difendersi da un'indebita intrusione con effrazione, non voluta, da chi dispone di un immobile, intrusione ancor più grave se accompagnata da violenze o minacce poste mediante l'utilizzo di armi atte ad offendere.
Decadrebbe quindi, secondo l'impianto di questa proposta, l'attuale valutazione sulla proporzione tra minaccia subita e reazione messa in atto.
Nel disegno presentato da Romeo è, inoltre, presente un inasprimento delle pene per furti e scippi mediante la modifica dell'articolo 624-bis: se oggi la legge prevede pene da uno a sei anni per chi si introduce furtivamente in case o luoghi di lavoro, la proposta introduce pene comprese fra i 5 e gli 8 anni, nonché multe fino a 20 mila euro.
In presenza di aggravanti le pene salgono fino a 10 anni e le multe fino a 30 mila euro. L'articolo 3 della proposta modifica, infine, l'attuale articolo 165: "Nel caso di condanna per il reato previsto dall'articolo 624-bis, la sospensione condizionale della pena è comunque subordinata al pagamento integrale dell'importo dovuto per il risanamento del danno alla persona offesa".