Il leader di FI Berlusconi nei giorni scorsi, durante le sue svariate ospitate televisive ha riaperto la polemica storica nata nel 2003, con il suo acerrimo nemico, il candidato con il Pse, alla presidenza della Commissione del Parlamento Europeo, il delfino attempato della sinistra europea Martin Schulz, ammonendo gli italiani a non votare le forze politiche alleate con il Pse, capeggiati dal kapò.

Dichiarazioni che successivamente l'ex premier ha voluto delucidare sottolineando di essere stato frainteso, e spiegando che l'intenzione non era stata quella di offendere Schultz, ma che definirlo kapò è stato soltanto un modo scherzoso e ironico di accomunarlo al protagonista "il kapò Schultz", vittima degli scherzi in un campo di concentramento, di una sua serie televisiva degli anni 60, "Gli eroi di Hogan".

Le accuse dell'ex premier Berlusconi, sceso di nuovo in campo per le Elezioni Europee 2014, nonostante la condanna in affidamento in prova ai servizi sociali, con tanto di battuta sulla rimozione psichica da parte dei tedeschi dell'esistenza dei campi di concentramento, hanno scatenato le dure repliche degli esponenti della sinistra Europea, in vantaggio nelle prossime Elezioni, sul Ppe.

Infatti, dopo la replica della Merkel che ha definito le ultime dichiarazioni di Berlusconi "non commentabili", in merito alla vicenda è intervenuto anche il presidente del Pse, Sergei Stanishev, il quale ha invitato Juncker, Angela Merkel e il Ppe a condannare le affermazioni "indicibili e spregevoli" di Berlusconi, proponendo l'allontanamento di Forza Italia dal Ppe.

Intanto lo storico antiberlusconiano tedesco militante ha tuonato furiose repliche verso il leader di FI Berlusconi, accusandolo di aver attaccato tutti i tedeschi e di fomentare l'odio, l'invidia e il litigio tra i popoli, per ottenere un vantaggio su di sé.

Immediata è arrivata le replica di Renato Brunetta, il capogruppo alla Camera di FI, il quale lapidario ha dichiarato che Schulz ha già offeso in diverse occasioni Berlusconi e l'Italia, sottolineando che il paese non vuole allearsi con simili euro-burocratici, in continua ricerca di visibilità, e non eletti dal popolo come ha denunciato da anni il deputato parlamentare inglese Nigel Farage, il leader dell'UKIP.