Sabato sera il Presidente del Consiglio era allo stadio insieme alla sua famiglia per seguire la finale di Coppa Italia. La partita che comincia in ritardo, i rumors sugli incidenti al di fuori dello stadio, la notizia della sparatoria con tifosi feriti. Tutto questo ha colpito Renzi che ha deciso di intervenire per riportare le persone allo stadio.

Tutt'altra cosa è quello che è avvenuto all'Olimpia di Firenze, dove la mattina successiva, il Presidente del Consiglio ha seguito il suo secondogenito Emanuele, 11 anni calciatore della Settignanese, impegnato in un quadrangolare di calcio; è stata una festa per grandi e piccoli.

''Alla partita di mio figlio ho sentito che il calcio ancora appartiene alle famiglie. Chissà cosa hanno provato i bambini allo stadio Olimpico ieri sera...'', queste le parole amare di Renzi.

Il suo obiettivo ora è quello di far passare le elezioni (per non strumentalizzare la questione), far calmare gli animi e poi, a campionato finito (tra luglio e agosto) tentare di restituire il calcio alle famiglie. Anche perché in Inghilterra, dove i problemi erano più grossi dei nostri, hanno risolto tutto. Ogni partita nel Regno Unito diventa una festa di colori e di tifo sano.

Renzi è convinto che il calcio e gli stadi siano il punto di convivenza civile da cui ripartire. Il premier ribadisce ''come sia stato vergognoso sentire i fischi all'inno nazionale, la partita che inizia con un'ora di ritardo, la ''contrattazione'' con i capi degli ultras''. Tutto questo dovrà finire. Dopo l'estate ne sapremo di più.