Sale la tensione all'interno del Movimento Cinque Stelle in merito al modo in cui è stato gestito il confronto con il Partito Democratico per la legge elettorale e le riforme, e soprattutto per le decisioni prese arbitrariamente da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, senza dare alcuna comunicazione all'assemblea del partito. C'è stato un aperto confronto, ma senza insulti, fanno sapere da M5S, durante la riunione dei deputati che si è tenuta martedì 8 luglio a Montecitorio, durata per almeno quattro ore.

Le critiche ai vertici del partito sarebbero giunte dalla stragrande maggioranza del movimento, quindi non soltanto dai dissidenti. I deputati non hanno gradito che, dopo il naufragio del confronto con Renzi e il Pd, e in seguito alle dure parole d'attacco di Beppe Grillo nei confronti del Governo, si sia comunque deciso di stilare e pubblicare un documento contenente 10 punti: "chi ha deciso dove vogliamo andare?", avrebbe esclamato un deputato nel corso della riunione. Nel mirino è finito anche Luigi Di Maio che ha assunto un ruolo primario nella questione, non riuscendo comunque a fare da buon mediatore tra M5S e il Pd e per tale motivo la sua posizione non riscuote più molti consensi nel partito di Beppe Grillo.

Durante il confronto, alcuni deputati hanno ammesso che, in certe situazioni, è inevitabile che le decisioni vengano prese soltanto da Grillo e Casaleggio. Ma il partito non ci sta, ed è stato proposto di organizzare un direttivo eletto dall'assemblea. Questa proposta, però, ha fatto storcere il naso ad alcuni grillini, perché in questo modo il movimento rischierebbe di avere una struttura uguale a quella di tutti gli altri partiti.

In conclusione, ha parlato anche Di Maio per difendersi dalle critiche. Il Vicepresidente della Camera dei Deputati ha messo in chiaro che il suo ruolo di collegamento tra M5S e Pd all'interno della vicenda sul confronto per le riforme era necessario ed inevitabile. Ad ogni modo, il deputato ha detto che su un futuro incontro col partito di Matteo Renzi sarà di nuovo la rete a decidere. Ma anche su questo punto i grillini non sono risultati tutti d'accordo. Alla fine, Alessandro Di Battista ha cercato di utilizzare dei toni concilianti, invitando ad essere: "più fiduciosi l'uno nell'altro".