L'occhio critico dovrebbe essere sempre un must per il cittadino, in questo caso imprenditore, che osserva le politiche messe in atto dal "proprio" Governo, ma un ulteriore riguardo, in un paese in grave difficoltà economica come l'Italia, va certamente nell'ambito della tassazione, essendo la prima fonte di preoccupazione per il nostro portafoglio. Tutta questa tensione dopo l'annuncio del decreto competitività e del cosiddetto "taglia-bollette", sembrava dovesse smorzarsi da qui a breve, ma se andiamo ad approfondire la manovra nel dettaglio, purtroppo la reazione non è quell'attesa.

Dunque andiamo ad analizzare i DL.

Innanzitutto bisogna premettere che il 20% del costo della bolletta non rappresenta un consumo di elettricità ma bensì i poco conosciuti "oneri di sistema", voci di spesa che servono a finanziare politiche pubbliche di varia natura e che nel 2013 si aggiravano intorno ai 13,7 miliardi di euro, come narra l'inchiesta pubblicata oggi sul Corriere.it. Il "taglia-bollette" appunto si prefiggeva l'obiettivo di ridurre del 10% il costo dell'energia per le imprese, andando a intaccare proprio questi oneri. Ma il presunto "sconto" come si evince dai precedenti decreti è stato totalmente finanziato "uccidendo" letteralmente la produzione di energie rinnovabili, a vantaggio, ovviamente, della produzione di derivazione fossile.

Il paradosso è presto svelato e rappresenta una vera e propria controtendenza rispetto alle manovre che a livello mondiale si stanno attuando al fine di salvaguardare il nostro già malconcio pianeta. Sarà così realtà l'incubo di vedere da una parte territori che ospitano centrali nucleari in dismissione e depositi di scorie agevolati da sgravi fiscali e dall'altra una serie d'imprese fondate su un utilizzo d'energia pulita bastonate a suon di tasse.

Ma l'assurdità non finisce qui, perché a detta dellla CGIA di Mestre solamente il 15% delle PMI beneficerà di questa misura mentre rimarranno a bocca asciutta ben 4 milioni di piccole imprese. Nel frattempo, il taglio delle bollette della luce pare sempre più una chimera, dato che i cittadini rischieranno di ritrovarsi a pagare un conto ben più salato.

Secondo quanto riportato da "La Stampa", infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico avrebbe l'intenzione di riassestare il Rigassificatore Olt di Livorno, un impianto mai funzionato in maniera efficiente e già messo in condizione di sicurezza. Per sostenere questo processo di rilancio che sfiora i 110 milioni l'anno per circa 20 anni, si metteranno le mani, ça va sans dire, nel portafoglio degli italiani.