Dopo aver già beneficiato di numerose prescrizioni, dell'indulto, della pena alternativa dei servizi sociali, arriva ora la liberazione anticipata per l'ex premier e leader di Forza Italia Silvio Berlusconi: adesso gli manca solo l'amnistia per poter davvero risolvere definitivamente i suoi guai giudiziari e ritrovare piena agibilità politica e non solo mediatica.

Indulto e liberazione anticipata per Berlusconi, ora punta all'amnistia?

Qualche mese fa, per vie trasversali, ci provò a chiedere la grazia a Giorgio Napolitano, ma l'ex presidente della Repubblica disse no alla clemenza individuale per Berlusconi dopo aver sollecitato - con il suo unico messaggio alle Camere, con interventi istituzionali e visite nelle carceri - l'approvazione di misure straordinarie di clemenza come amnistia e indulto per risolvere il problema del sovraffollamento carceri.

E di certo non ci proverà nemmeno l'ex Cavaliere a chiedere la grazia al nuovo Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il leader di Forza Italia ricorda infatti molto bene quella sera del 26 luglio 1990, quando il nuovo Presidente della Repubblica si dimise da ministro dell'Istruzione perché il sette volte presidente del Consiglio Giulio Andreotti aveva posto la fiducia sulla legge Mammì, quella che andava a sanare in maniera definitiva le tre reti tv allora abusive del "biscione".

Berlusconi finirà quindi di scontare la pena rimediata al processo Mediaset - nel quale ha beneficiato dell'indulto del 2006 votato dal Parlamento su proposta dell'allora ministro della Giustizia Clemente Mastella quando alla guida del governo c'era Romano Prodi - l'8 marzo prossimo.

Da quel giorno tornerà a essere un uomo libero seppur ancora sottoposto a processo per altri presunti reati. Ad accogliere la richiesta di liberazione anticipata di 45 giorni dell'ex premier, una sorta di indultino, è stato il giudice della Sorveglianza di Milano Beatrice Crosti.

La decisione, in ogni caso, non avrà nessun effetto sulla decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore in virtù della legge Severino, quindi l'ex Cavaliere non si potrà candidare fino al 2019: "impresentabile" alle elezioni per altri sei anni.

Anche se in realtà l'asso della manica del Cavaliere potrebbe essere la richiesta di riabilitazione e il jolly da giocare sull'agibilità politica potrebbe essere la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo che ha già accolto il ricorso di Berlusconi contro la l'annullamento della sentenza definitiva con la quale gli sono stati inflitti quattro anni di reclusione, tre dei quali coperti dall'indulto, per il reato di frode fiscale commesso nel contesto della compravendita dei diritti televisivi.

Naturalmente l'altra carta da giocare è quella politica e parlamentare: avevano provato a inserire una norma salva Berlusconi nel decreto fiscale ma dopo le polemiche il premier Matteo Renzi ha fatto saltare tutto. Sul fronte di amnistia e indulto 2015 si riaccende la speranza però per il Cavaliere, visto che i quattro ddl per la concessione di misure di clemenza ad efficacia retroattiva sono ritornati all'esame della commissione Giustizia del Senato presieduta dal senatore Francesco Nitto Palma (di Forza Italia). Anche se le ultime dichiarazioni del ministro della Giustizia Andrea Orlando non lasciano ben sperare da questo punto di vista: "Abbiamo risolto il problema del sovraffollamento carceri - ha più volte ribadito il guardasigilli - senza ricorrere a misure straordinarie come indulto e amnistia".