"Il Patto del Nazareno è morto", è stato l'annuncio di Giovanni Toti uscendo dalla riunione con Silvio Berlusconi e i vertici di Forza Italia. La riunione del comitato di presidenza di Forza Italia doveva servire, oggi, a ricomporre i cocci del vaso rotto nella gestione dell'elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica, ma il documento che ne è venuto fuori certifica una rottura difficilmente sanabile, sia all'interno del partito di Berlusconi, sia il relazione al Patto del Nazareno, che viene dichiarato nullo a causa degli accordi non rispettati dal Partito Democratico.

Patto del Nazareno: il documento di Forza Italia

Alla riunione del comitato di presidenza, convocato da Berlusconi a Palazzo Grazioli, hanno partecipato, i capigruppo, i vice capigruppo, e tutti i vertici del partito che si sono visti respingere dall'ex Cavaliere le dimissioni, sottolineando ulteriormente la rottura con Raffaele Fitto, il capo della "fronda" interna che aveva chiesto l'azzeramento di tutte le cariche. Fitto aveva chiesto l'apertura di un confronto nel partito sulla linea politica da seguire, anche in relazione agli "errori clamorosi" degli ultimi tempi.

La linea che ne è scaturita, allontana la resa dei conti interna a Forza Italia, ma apre un fronte di rottura con il Partito Democratico, l'altro contrente del Patto del Nazareno la cui tenuta potrà essere verificata dalle prossime mosse del governo Renzi.

Il documento che attesta la nuova posizione di Forza Italia annuncia che "Forza Italia libera è di valutare quanto proposto di volta in volta, senza alcun vincolo", accusando esplicitamente Matteo Renzi di aver violato il Patto del Nazareno per aver voluto esprimere, senza concordarlo con Berlusconi, il nome del Presidente della Repubblica.

Patto del Nazareno: la risposta del Partito Democratico

La prima risposta del Partito Democratico è arrivata dal vicesegretario, Debora Serracchiani, con un eloquente: "Meglio così", seguito dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti che ha chiosato: "Contenti loro, contenti tutti". Dichiarazioni quasi sprezzanti che, per il fatto che siano arrivate da renziani di provata fede, fanno pensare ad una reale volontà di cambiamento di strategia da parte del premier, che si è limitato a twittare "Le riforma vanno avanti lo stesso". Guardinga la soddisfazione da parte dei dissidenti del PD, che attendono il governo alla valutazione di fatti che possano rappresentare il reale "certificato di morte" del Patto del Nazareno.