Nuovo giorno, nuova rissa. La storia si ripete alla Camera, riunita per mandare avanti i lavori sulle riforme costituzionali. È successo questa notte, al culmine di una seduta fiume stabilita mercoledì sera dalla maggioranza. E se già il giorno prima Montecitorio aveva rischiato di trasformarsi in un ring, ieri sera alle mani ci si è arrivati eccome.
All'origine dei disordini il coro del M5S "onestà, onestà", scandito a colpi di faldoni sui banchi dell'Aula. "Inaccettabile", è intervenuto il vicepresidente Roberto Giachetti, "neanche ai tempi del fascismo si impediva di parlare".
Ed è in questo clima che è scoppiata la rissa, ma non dove ce la si aspettava. A venire alle mani, infatti, sono stati alcuni deputati di Sel e del Pd. Le immagini della diretta parlamentare sono scioccanti: volano parole grosse e in una frazione di secondo i deputati saltano sui banchi in una zuffa in piena regola. Poi la sospensione della seduta.
Un bello spettacolo, non c'è che dire. È rassicurante notare come le dinamiche relazionali alla Camera siano mature e costruttive. A pochi mesi dalla rissa per il jobs act, i nostri deputati ci sono cascati di nuovo. E intanto i lavori restano fermi. Nonostante Renzi parli orgoglioso di "una maggioranza che lavora anche di notte per portare a casa i risultati".
Risultati che, per l'ennesima volta, non si vedono.
Riforme, perché in Italia è così difficile metterle in atto?
Prima è perché manca il Presidente della Repubblica. Poi perché non si trova l'accordo sulle riforme. Perché gli obiettivi degli altri partiti sono inaccettabili, solo i propri sono per il bene degli Italiani.
Italiani che iniziano sentirsi presi in giro, però. Passino le divergenze ideologiche, ma queste non possono essere la scusa per non fare nulla. La Costituzione italiana è un bene da tutelare, ma per non tradirne lo spirito va modificata e aggiornata, come sostiene Mattarella.
"La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
Lo dice il primo articolo ed è questo l'obiettivo che va perseguito. Le riforme non devono essere fatte per i politici, ma per gli Italiani. Una volta messo in chiaro questo, allora sì che è benvenuto il confronto sulle modalità di attuazione. Un confronto costruttivo, però. Opporsi ad ogni proposta illudendosi di fare il nostro bene non è un'opzione.
Una politica che si riduce a mera guerra ideologica non è quello che serve a questo Paese ora. Si è temporeggiato troppo a lungo, ora le riforme sono assolutamente necessarie. Sempre che vogliamo davvero smettere di essere il fanalino di coda d'Europa. Altrimenti possiamo continuare tranquillamente su questa strada.
Dare tutta la colpa ai politici però sarebbe sbagliato.
"L'Italia ha la classe politica che si merita", scriveva Indro Montanelli. E forse aveva ragione. "La Costituzione viene massacrata in tutta fretta col favore delle tenebre e del Festival di Sanremo", si legge su blog di Beppe Grillo. Per quanto si possa discutere all'infinito dell'utilità di proteste portate avanti in questo modo, questa frase la dice lunga sul coinvolgimento politico degli Italiani. E sul nostro grado di consapevolezza.
Se vogliamo che la sovranità spetti davvero a noi, allora forse è il momento di dimostrarci all'altezza del compito. Per far sapere a chi ci governa che pretendiamo risposte adeguate al tempo che stiamo vivendo. Che sappiamo cosa stanno facendo e che non siamo d'accordo. Sempre che a noi, in fondo, non stia bene così.