Del problema della prostituzione in Italia se n'è parlato parecchio in questi anni, sia sotto il profilo dello sfruttamento, sia per quel che riguarda la tassazione delle "lucciole", che in Paesi come l'Olanda o la Germania, permette allo Stato di guadagnarci attraverso il pagamento delle tasse e di eliminare in tal modo i cosiddetti "papponi" e i loro illegali introiti. Il Comune di Roma, in questi giorni, avrebbe deciso di incentrare le prostitute della Capitale in un unico punto, impegnandosi a creare una zona a luci rosse per togliere le prostitute dalla strada e impedire agli sfruttatori delle ragazze in questione di poter continuare a guadagnare alle spalle del sistema.

Il Campidoglio avrebbe, quindi, individuato nell'Eur il quartiere ideale per capitalizzare i guadagni derivanti dal mestiere più antico del mondo, permettendo alle "lucciole" di lavorare legalmente ed essere controllate dalle forze di polizia che pattuglieranno le strade in continuazione, multando gli eventuali clienti che non rispetteranno il perimetro della zona per usufruire dei servizi delle ragazze in questione.

Il Comune, fra l'altro, doterà i locali dove le prestazioni avranno luogo di numerose telecamere di sorveglianza e addirittura fornirà ai clienti le precauzioni necessarie per avere rapporti protetti con le prostitute. Si tratta di una decisione che non è passata inosservata dai cattolici, poiché la Comunità Giovanni XXIII, tanto per fare un esempio, si è detta contraria alla legalizzazione di tale schiavitù, considerato che a suo dire il sindaco Marino avrebbe fatto meglio a multare semplicemente i clienti con controlli "a tappeto" su tutta l'area geografica della Capitale.

Si sono invece espressi in modo favorevole i politici del centrosinistra che governano Roma, dato che l'assessore Danese ha fatto sapere di voler andare fino in fondo al progetto e con l'aiuto del presidente del Municipio che controlla la zona Eur, ha promesso una concreta realizzazione del quartiere entro il mese di aprile.