Al termine di una riunione durata cinque ore, il gabinetto di Sicurezza del governo israeliano ha deciso all'unanimità di richiamare altri 16.000 riservisti da inviare nella Striscia di Gaza. La mobilitazione supplementare porta ad un totale di 86.000 i militari impegnati nell'operazione Protective Edge (Margine protettivo) e conferma la volontà di Tel Aviv di proseguire gli attacchi contro gli "obiettivi terroristici" e le operazioni di "neutralizzazione" dei tunnel di Hamas. Un ricambio per le truppe in prima linea: Le 16.000 unità riserviste richiamate saranno infatti utilizzate in prima linea per consentire una pausa di riposo alle truppe impegnate dallo scorso 17 luglio nelle operazioni di terra a Gaza.
Secondo le dichiarazioni del premier Benyamin Netanyahu, la distruzione dei tunnel, utilizzati dai militanti di Hamas per penetrare in territorio israeliano, è la prima tappa per arrivare alla completa smilitarizzazione della Striscia di Gaza, quale condizione necessaria a garantire la sicurezza dei cittadini israeliani. Sicurezza che pare assolutamente preclusa agli abitanti di Gaza, sottoposti negli ultimi giorni ad un bombardamento indiscriminato che non ha risparmiato mercati, abitazioni civili e addirittura edifici dell'ONU adibiti a rifugio per la popolazione civile in fuga dai combattimenti.
- L'ONU prova ad alzare la voce
L'indignazione suscitata a livello internazionale dagli ultimi episodi sembra aver smosso il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon che ha definito "ingiustificabile" il bombardamento contro la scuola gestita dalle Nazioni Unite che ieri ha provocato la morte di 23 rifugiati, aggiungendo che "nulla è più vergognoso che attaccare bambini mentre dormono". Forte irritazione nei confronti del governo israeliano anche nelle parole del responsabile per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Ben Rhodes, cha ha reso pubblica la preoccupazione del presidente Obama per l'uccisione di civili e l'auspicio per una immediata e duratura tregua. La risposta di Tel Aviv alle critiche internazionali, incluso il richiamo verbale fatto giungere dal Vaticano a tutte le ambasciate accreditate presso la Santa Sede, è stata affidata all'Ambasciata di Roma che ha accusato Hamas di aver violato il diritto internazionale sparando migliaia di razzi in territorio israeliano, le operazioni a Gaza sono pertanto una forma di autodifesa nei confronti delle ostilità iniziate e portate avanti da Hamas.
- Il bollettino aggiornato
Intanto, dopo gli ultimi raid dalla mattinata, il bilancio delle vittime porta a 1.363 il numero dei morti di parte palestinese, con oltre 7.500 feriti. Sul fronte israeliano, si registrano 56 militari morti negli scontri e 3 civili rimasti uccisi dai razzi palestinesi. I feriti ricoverati negli ospedali di Tel Aviv sono 117.