Dalla vetrina di Lucia Annunziata, "In mezz'ora" in onda su Rai 3, Maurizio Landini, leader delle tute blu, lancia il suo nuovo progetto, la "coalizione sociale". Non è un partito, ribadisce a chi tenta di estorcergli un impegno tale. La parola partito non è nel suo vocabolario e chi insiste a definirlo così è in malafede. La sua è una "discesa in piazza". L'obiettivo è quello di ritrovare l'unità del mondo dei lavoratori, che rischia di sgretolarsi dopo le martellate di Renzi allo Statuto dei lavoratori. Pertanto il principale bersaglio polemico sarà soprattutto il Job Act. In collaborazione con la Cgil è già pronta un'iniziativa per riscrivere un nuovo statuto sottoscritto dal popolo. "Con i lavoratori cambieremo il Paese", dice Landini nella stessa trasmissione lanciando il guanto di sfida al premier, chiamato ad affilare i coltelli. Vuole essere il portavoce di quella gente che lo ferma in autobus affidandogli la propria insoddisfazione.

Attacco a Renzi. Denuncia un Paese allo sfascio. L'affondo è contro il premier, sordo anche alla voce del popolo nelle numerose manifestazioni organizzate dalla Fiom e dalla Cgil. Renzi viene giudicato colpevole: "sta dividendo il mondo del lavoro". Invece l'obiettivo della coalizione sociale è proprio quello di ricucire questo tessuto e rifederare i lavoratori autonomi e quelli dipendenti. Ne approfitta per rispondere a latere alle accuse di Matteo Renzi che aveva gridato contro un sindacato finora assente che si risveglia adesso per abbaiare contro le riforme. Con una giravolta linguistica Landini ribatte: " Rispondo non dove siete stati, ma dove voglio andare".

I rapporti con la Cgil. Resta l'apparato del sindacato a fare da corazza al nuovo carroarmato politico. Anzi il sindacato deve essere un soggetto politico, rincara Landini. Ma le sue mosse non sono state poi tanto gradite dalla sorella maggiore, la Cgil. Il segretario nazionale Susanna Camusso ha subito lo smacco e accusa di non essere stata interpellata. L'ospite della Annunziata però dichiara che è stato fatto tutto alla luce del sole e che continua il lavoro in tandem.

Dove andrà a collocarsi Landini? La sua casa naturale è la sinistra ma qual è il suo spazio? Le porte del versante renziano sono serrate ed espropriare Sel dei suoi voti non avrebbe una riuscita immediata. Forse vuole imitare Grillo e Salvini sfruttando la piattaforma di lancio delle piazze perchè storicamente la politica è nata nelle piazze, nelle agorà e anche le storie personali hanno inizio tra la gente. E poi il clamore delle piazze può essere più condizionante delle ostruzioni in parlamento. La vicenda di Fini o di Alfano e adesso quella di Tosi insegnano che ci vuole alle spalle un partito robusto per imporre la leadership e per reggere al disorientamento dopo i divorzi dai compagni di sempre. Le formazioni collaterali ai partiti storici faticano anche solo a sopravvivere. Scegliendo la strada extraparlamentare Landini evita un suicidio che è costato la carriera ad altri kamikaze della politica come Mario Monti e Antonio Ingroia.