L'annullamento della condanna a 6 anni e 9 mesi da parte della Cassazione per il reato di bancarotta che ha riguardato Luigi Crespi, il sondaggista amico di Berlusconi, ha suscitato un vespaio di polemiche. La sentenza della Cassazione sarebbe stata determinata dalla nuova legge sul falso in bilancio di recente approvazione, che ha messo i giudici nella posizione di non potere convalidare la condanna, perché le nuove disposizioni di fatto lo vieterebbero.
Paradossalmente la nuova legge che avrebbe dovuto costituire nell'intento del governo un vero e proprio giro di vite contro il reato di falso in bilancio, in realtà, come già segnalato con abbondante anticipo dalle opposizioni, di fatto non metteranno i giudici nella posizione di poter perseguire il reato in modo concreto.
La legge venne depotenziata dal governo Berlusconi, che ne depenalizzò il reato. Per questo motivo la nuova legge approvata dal governo Renzi, avrebbe dovuto reintrodurre nella sua vecchia formulazione punitiva l'atto di falsificare i bilanci delle società per azioni.