Dopo 13 anni, il falso in bilancio è di nuovo reato. E' stato approvato in Senato con 124 voti a favore, solo 3 sopra il minimo necessario,74 contrari e 43 astensioni, l'articolo 8 del disegno di legge anticorruzione che ripristina, senza alcuna esclusione, il reato di false comunicazioni per chi modifica in modo fraudolento i bilanci al fine di attenere un vantaggio per sé per la società stessa. La procedura di voto segreto e l'opposizione mostrata da più parti politiche, e per vari motivi, non rendeva scontata l'approvazione che segna un passo importante nel travagliato percorso del ddl anticorruzione.

Ddl anticorruzione: le pene per il falso in bilancio.

Secondo quanto previsto dal ddl anticorruzione, per chi incorrerà nel reato di false comunicazioni societarie, saranno previsti da 1 a 5 anni di reclusione, nel caso di società non quotate in borsa. Le pene si inaspriscono da un minimo di 3 ad un massimo di 8 anni nel caso di false comunicazioni riferite a società quotate.

Nel corso delle votazioni, sono stati bocciati gli emendamenti presentati da Sel e Lega Nord che chiedevano l'innalzamento delle pene da 2 a 6 anni per le società non quotate. Una differenza minima, ma fondamentale per rendere possibili le intercettazioni, che rimarranno invece precluse. Pene più pesanti erano richieste anche dal Movimento 5 Stelle che, dopo una consultazione on line, ha deciso di votare contro il testo presentato dal governo, non senza strascichi polemici al suo interno, con alcuni senatori grillini che avrebbero comunque preferito votare per un passo avanti piuttosto che niente.

Polemiche inevitabili anche per l'esiguo numero di voti con cui il provvedimento è passato, a causa delle numerose assenze tra le fila del Pd e per la denuncia, da parte di M5S, di 'pianisti' in azione durante le votazioni.

Ddl anticorruzione: le altre misure approvate.

Detto del falso in bilancio, queste le altre misure contemplate nel ddl anticorruzione approvate in Senato:

  • Reati di mafia. Sono inasprite le pene per il 416 bis e per la corruzione, che passano dagli attuali 7 e 12 anni ai 10 e 15 anni, rispettivamente come pena minima e massima.
  • Autorità nazionale anticorruzione. I magistrati inquirenti avranno l'obbligo di avvisare il presidente dell'autorità.
  • Pubblica Amministrazione. Nei casi di corruzione nella Pubblica Amministrazione, per poter accedere al patteggiamento e all'applicazione delle norme sulla condizionale, il dipendente corrotto dovrà restituire quanto percepito indebitamente.

Bisognerà ora attendere il passaggio del testo alla Camera perché le misure previste dal provvedimento diventino legge dello Stato.