Effetto Podemos in Spagna. A pochi mesi dalla vittoria delle elezioni amministrative dello scorso 24 maggio, quattro sindaci delle città più popolose si sono tagliati gli stipendi. Si tratta di Madrid, Barcellona, e Zaragoza, in cui è stato eletto un "alcalde" sostenuto dal partito anti-sistema e di Valencia, in cui è stato eletto un sindaco della lista "Compromis", che è sempre un movimento popolare.

Il tetto salariale (rinviato)

Va detto che in Spagna è già stata varata dal governo Rajoy la "Ley de la Reforma Local", che ha messo un tetto salariale ai compensi dei sindaci e degli amministratori delle più grandi città.

Si va dai 100 mila euro delle grandi città ai 40 mila di quelle che hanno un tra i 1000 e i 5000 abitanti. Ma la legge, che doveva entrare in vigore lo scorso anno è stata prorogata al 30 giugno di quest'anno.

Madrid e Barcellona

Il massimo del buon esempio è stato dato da Manuela Carmena, che ha sforbicierà del 55 percento il suo stipendio rispetto al suo predecessore Ana Botella del Partito Popolare, che percepiva 100 mila euro. Stessa sorte toccherà ai dirigenti, ai consiglieri e ai portavoce del governo. Se l'accordo non verrà raggiunto, l'ex magistrato e paladino dell'anti-corruzione ha già dichiarato che gli eletti di "Ahora Madrid" devolveranno il surplus a fondi sociali.La stessa soluzione che in Italia è stata scelta dai parlamentari del Movimento cinque stelle e la stessa che attuerà l'altra grande vincitrice delle passate elezioni elettorali: Ada Colau, sindaco di Barcellona, la seconda città più popolosa della Spagna.

Ada Colau ha proposto di devolvere il 27 percento del suo stipendio e il 17 dei gruppi municipali ma non è stato trovato l'accordo e l'attivista di "Barcelona en Comun" donerà quanto eccede dai 37 mila euro del suo codice etico (quindi 61 mila euro all'anno) alla società civile. Come promesso durante la campagna elettorale.

Valencia: taglio del 20 percento a Saragozza il 25

Non si perdono in chiacchiere a Valencia, che da alcuni giorni hanno attuato i tagli promessi: Joan Ribò il sindaco della terza città più popolosa della Spagna guadagnerà 80 mila euro all'anno, 23 mila in meno (20 percento) di Rita Barbera, volto storico della politica valenciana e del Partito Popolare.

L'accordo è stato votato anche dal Partito Socialista e da tutti gli altri gruppi. Manca poco anche a Saragozza, quinta città più popolosa della Spagna e capoluogo della comunità autonoma di Aragona. Qui i tagli saranno del 25 percento e anche qui c'è lo zampino di "Podemos". In totale sono più di 9 milioni i cittadini che vedranno diminuire i costi delle proprie amministrazioni.

Siviglia e Malaga già nella media

Non hanno bisogno di "recortes" i sindaci andalusi di Siviglia e Malaga, rispettivamente quarta e sesta città più popolose della Spagna. Il primo, Juan Espadas (PSOE) già guadagna 59 mila euro e il secondo, Francisco de la Torre (PP), 62 mila.

Murcia: no ai tagli

Controcorrente il sindaco di Murcia José Ballesta (PP), che in una recente intervista al quotidiano "La Opinion" ha già dichiarato di non aver intenzione di tagliarsi lo stipendio.

"Me lo sono già tagliato venendo a fare il sindaco". Prima di candidarsi come sindaco di Murcia, José Ballesta aveva una cattedra in istologia in una prestigiosa università. "Si dovrebbe tener conto di quanto si guadagnava prima" ha concluso. E' giusta la sua visione?