Le elezioni di ieri in Catalogna hanno dato dei risultati che consegnano una vittoria a metà per gli indipendentisti.Confermati i sondaggi, che pochi giorni prima del voto, davano il partito indipendentista favorito. I partiti Junts Pel Sì e cup (partito d’unità popolare), in coalizione a differenza delle precedenti elezioni del 2012, hanno raggiunto il 48%. Un risultato importantissimo anche data l’affluenza: tra le più alte in assoluto. Il fronte pro indipendenza ottiene la maggioranza dei seggi, ben 72 su 135. Senza la maggioranza assoluta però, è difficile, se non impossibile, chiedere la tanto agognata indipendenza a Madrid; manca quell’investitura plebiscitaria che avrebbe potuto cambiare il corso della storia spagnola.
Infatti, tecnicamente, la maggioranza scarna dei catalani ha votato contro la secessione. Nonostante questo, però, il leaderArtur Mas, si è detto ampiamente soddisfatto per il risultato e che il sì indipendentista ha vinto. Mas non ha torto, il governo della regione è in mano loro e adesso sarà interessante conoscere gli sviluppi della vicenda. Da Madrid,il Partido Popular del premier Mariano Rajoy, ha twittato: "Continueremo a garantire l'unità del Paese". Anche se il risultato elettorale è abbastanza negativo: infatti il partito del premier spagnolo ha conquistato soltanto 11 seggi, otto in meno rispetto a 3 anni fa, portando il partito alle cifre da anni Novanta. Al secondo posto, e quindi classificata come migliore alternativa ai separatisti, si è piazzata Ciudadanos, la formazione diAlbert Rivera,con720mila voti e 25 seggi conquistati.
Si tratta di un risultato migliore rispetto alle elezioni del 2012, dove aveva raccolto 14 seggi in meno. Il terzo partito sono i socialisti che tutto sommato reggono e perdono solo 4 seggi rispetto alla tornata di tre anni fa. Brutto risultato, invece, per Podemos (il corrispondente partito italiano guidato da Civati) che raccoglie solo l’8% dei voti.
L’esito elettorale della Catalognaè dunque molto importante anche per tutta Europa. Da tempo, in vari Stati del continente si parla di secessioni e separatismo. Non sono risultati che regalano certezze, né da una parte né dall’altra. E forse la notizia è proprio questa. Il secessionismo non si è arrestato, bensì ha retto molto bene la prova del voto e adesso si prepara a governare con il dichiarato obiettivo di raggiungere l’indipendenza.
Ovviamente, restano aperte varie strade e l’incertezza regna sovrana. Ma gli sviluppi che ci saranno nei prossimi mesi non andranno sottovalutati dagli altri Stati. È vietato, adesso, ignorare o svilire l’indipendenza, e a dicembre ci sono le elezioni nazionali. Inutile dire che la Catalogna, dopo la giornata di ieri, diventa il cuore pulsante e molto probabilmente anche l’ago della bilancia. Cosa succederebbe se al governo andassero gli scissionisti?