E dire che nella sua lunga carriera politica ha sempre condotto una dura battaglia contro le intercettazioni ma nel contempo ha sovente speso iperbole nei confronti dell'alleato americano. Scoprirsi spiato deve essere stato un colpo al cuore per il Cavaliere. Piuttosto c'è da chiedersi come mai la la National Security Agency avrebbe spiato Berlusconi ed il suo entourage. Lo chiameranno "Berluscaleaks" o "Silviogate", ai posteri la scelta.

Forza Italia grida al complotto

Intanto i fedelissimi di Berlusconi gridano al "complotto", Brunetta chiede la "commissione d'inchiesta" ed in tutto ciò, sollecitata dall'attuale premier Matteo Renzi, si sta muovendo la Farnesina.

Le intercettazioni che sono state pubblicate da "L'Espresso" risalgono al 2011, l'anno peggiore della parabola politica dell'ex presidente del Consiglio con la caduta rovinosa del suo ultimo governo. Stando ai documenti in possesso di Wikileaks e resi pubblici dalla stampa italiana, la NSA seguiva quotidianamente le varie fasi della crisi di governo, ascoltando le conversazioni telefoniche tra Berlusconi ed il suo staff. Per il momento quindi ci si muove per gradi, Matteo Renzi ha sollecitato il Ministero degli Affari Esteri che a sua volta ha convocato l'ambasciatore americano John Philips. Si muovono ovviamente anche le truppe del Cavaliere ed oltre all'apposita commissione parlamentare chiesta da Renato Brunetta è intervenuto anche il legale di Berlusconi, Nicolò Ghedini, che minaccia una denuncia nel caso in cui le indiscrezioni della stampa siano confermate.

Il governo statunitense non si scompone

La flemma del vice portavoce del dipartimento di Stato americano è ammirevole ma anche scontata. "Non viene condotta da parte nostra alcuna attività di sorveglianza di intelligence all'estero se non per motivi specifici di sicurezza nazionale" ha detto a chiare lettere Mark Toner.Lo stesso presidente Barack Obama ha ribadito il concetto.

"Non monitoreremo mai le comunicazioni dei capi di Stato nostri alleati, a meno che non ci sia un motivo convincente di sicurezza nazionale". In teoria però la NSA avrebbe monitorato Berlusconi dal 2008 al 2011, non ne abbiamo la certezza assoluta anche se fino a questo momento molti documenti segreti resi noti dal sito di Julian Assange si sono rivelati attendibili.

Tra l'altro l'attività di spionaggio avrebbe riguardato altri leader europei tra cui Nicolas Sarkozy ed Angela Merkel, ma anche l'attuale segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. Nel caso in cui tutto corrisponda al vero, ci si interroga su quali possano essere le questioni di sicurezza nazionale che possano giustificare un controllo così stretto.

Lo sgomento di Martin Schulz

La domanda del resto se la pone anche Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo. "Se è vero, ed io credo che lo sia, che gli Stati Uniti spiavano Berlusconi, Merkel e Sarkozy, è un fatto gravissimo. Quali rischi per la sicurezza americana rappresentano le coversazioni dei capi di Stato e di governo dell'Europa? Intercettare i Paesi alleati non è corretto, l'Europa dovrebbe rispondere in maniera diversa agli americani".

Se però a margine di questo episodio che non mancherà di far discutere ancora a lungo è permessa una considerazione, ebbene, riteniamo che tutti i politici che hanno commentato l'accaduto e lo stesso Silvio Berlusconi possano essere a ragion veduta indignati ma che siano addirittura sorpresi o sgomenti suona strano. Le intelligence americane hanno sempre monitorato con attenzione ciò che avviene nel mondo, dal dopoguerra ad oggi, ed accadimenti non scritti indicano come in passato abbiano "condizionato" alcuni eventi storici nei Paesi alleati, sempre e soltanto per "questioni di sicurezza nazionale". Le rivelazioni di Wikilleaks avrebbero pertanto tolto il coperchio ad una pentola in ebollizione che era sotto gli occhi di tutti, nessuno però si è mai prodigato a spegnere il gas.