In Austria si è dimesso il cancelliere e presidente del Partito Socialdemocratico (SPO) Werner Faymann. Le dimissioni del cancelliere socialdemocratico sono state motivate dallo sconforto arrivato dopo che aveva subito una dura sconfitta alle ultime presidenziali, a vantaggio del partito di estrema destra "Fpo" guidato da Norbert Hofer. Faymann aveva dato il via libera alla costruzione del muro anti-migranti al Brennero, proposta politica che indubbiamente rientrava anche nel tentativo di "cavalcare l'onda" populista e cercare di conquistare i voti dell'elettorato sempre più orientato verso Hofer, ma ciò sembra non avere funzionato e ora Faymann lascia il paese alla contesa tra lo stesso Hofer e il candidato dei Verdi Alexander Van der Bellen.
L'ascesa e la sempre più forte avanzata della destra radicale
A causa della crisi economica che interessa tutta l'Unione Europea così come per via delle problematiche legate alla (deficitaria) gestione del fenomeno migratorio, sempre più ampi strati di elettorato deluso dai partiti tradizionali guardano alla destra populista, radicale, nazionalista ed euroscettica che si sta affermando in Austria così come in altri paesi europei. In Austria il "FPO" così come il "Front National" in Francia e "Alternative fur Deutschland" in Germania stanno sempre più avanzando, preparando la strada a un forte cambiamento politico basato sulla rottura dell'attuale sistema dominante nell'Unione Europea.
Questi partiti stanno ottenendo sempre più consenso per via dell'utilizzo di una forte strategia populista ed antieuropeista, così come per le loro strategie geopolitiche di contrasto alla NATO e sostegno alla Russia, la quale ha tutto l'interesse di appoggiare geopoliticamente questi partiti e le loro istanze "nazional-conservatrici".
Il fallimento della sinistra socialdemocratica e della destra neoliberista
L'affermazione sempre più forte delle formazioni di destra radicale nell'Unione Europea rappresenta anche e soprattutto il fallimento delle politiche portate avanti sinora dalla sinistra socialdemocratica e dalla destra neoliberista, le quali non hanno saputo gestire alla meglio le contraddizioni politiche dell'UE e la pesante crisi che dal 2009 l'affligge.