La lunga volata per il Referendum Costituzionale è iniziata ed a inaugurarla è stato Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio, dimenticando più o meno volutamente l’attualità politica, ha voluto chiamare a raccolta i sostenitori nella più classica delle grandi campagne elettorali. Lui che è stato protagonista concorrente di una lontana edizione della Ruota della Fortuna, non farà fatica a intravedere in questa sfida i meccanismi di un altro cult firmato Mike Bongiorno: Lascia o Raddoppia. Renzi ha più volte sottolineato che nella partita del Referendum si gioca tutto: governo, credibilità e fama internazionale.

Perché? L’ex sindaco di Firenze è dotato di una personalità forte ma soprattutto ambiziosa. Riscrivere la storia di questo Paese partendo dalla ristrutturazione delle istituzioni lasciateci in eredità dai padri costituenti, è per Renzi la condizione necessaria per riportare l’Italia a crescere politicamente ed economicamente. In attesa di discutere dei veri temi del Referendum, il premier ha annunciato l’attivazione della rete dei comitati per il Sì.

Il rumore dei nemici

Peccato che tra trenta giorni si svolgeranno le elezioni amministrative in città chiave come Napoli, Roma, Bologna, Milano e Torino. Soprattutto al Centrosud i sondaggi non sorridono di certo al Partito Democratico che rischia di non arrivare nemmeno al secondo turno.

Renzi non ha voluto esporsi in prima persona per non rischiare di assumersi la responsabilità di eventuali sconfitte. Piuttosto ha lavorato sotto traccia, in particolare a Roma, auspicando e salutando con soddisfazione la virata di Silvio Berlusconi su Alfio Marchini. Una giravolta che potrebbe rimettere in gioco Giachetti e che, comunque vada, configurerà nella Capitale il governo delle larghe intese.

Non è follia credere che dietro tutto ci sia ancora una volta la regia di Denis Verdini, solido ponte di convergenza tra gli opposti schieramenti. In un tale scenario opposizione interna e parlamentare restano sull’uscio, ma sono pronte ad attaccare in caso di passo falso alle Comunali.

Grattacapi giustizia

Renzi si sente accerchiato ed è convinto che l’unico modo per mettere a tacere gli avversari sia quello di personalizzare e stravincere il Referendum.

L’eco degli scandali giudiziari che coinvolgono esponenti del PD, inoltre, restano una grana da risolvere con una certa urgenza. Dopo le polemiche tra premier e magistratura delle scorse settimane, c’è chi ha avanzato il sospetto di una vendetta delle toghe contro Renzi. Ipotesi al veleno che il diretto interessato ha voluto scacciare parlando a Rtl dell’arresto del sindaco di Lodi, Simone Uggetti: “Complotto? Ma de che! Ho piena fiducia nei PM ma la questione morale c’è dappertutto, non solo nel Pd. Finiamola di dire che è una lotta tra ladri e onesti”. A fargli eco colui che è in corsa per soffiargli la poltrona di segretario al Nazareno, Enrico Rossi: “Dice cose giuste ed è il modo giusto per iniziare ad affrontare la questione morale su cui dobbiamo avere una discussione vera e aperta dentro il PD”.