In occasione della conferenza East Forum 2016 dal titolo "La nuova Europa: migrazioni, integrazione e sicurezza" organizzata a Roma dalla rivista EastWest, è intervenuto tra gli altriDomenico Manzione, sottosegretario al Ministero degli Interni, dicastero guidato da Angelino Alfano. Amargine della plenaria,Blasting News ha intervistato in esclusiva il sottosegretario per parlare di accoglienza dei profughi, in particolare riguardo alla Toscana. Ecco che cosa ci ha detto.
Sottosegretario Manzione, con quali criteri procederete per l'accoglienza di rifugiati nel prossimo periodo?
"Intanto credo che non siamo in una situazione diemergenza. Nel 2014 abbiamo smesso di ragionare in questi termini e da allora abbiamo fatto patti con gli enti locali privilegiando la "territorialità". Fra imposizione evolontarietà Io preferisco la seconda. Due anni fa erano solo 200 i comuni coinvolti, oggi sono già 800 quelli che fanno accoglienza, ma considerato che i comuni italiani sono 8000 significa è attualmente coinvolto solo 1/10 degli enti e quindi che c'è ancora tanto da crescere.Ovviamente noi preferiamo che l'accoglienza e i progetti SPRAR vengano fatti su base volontaria e in questo senso stiamo lavorando con l'ANCI per una distribuzione più capillare sul territorio, per evitare tensioni sociali o attriti fra enti anche limitrofi.
Io penso che il piano di ANCI sia sostanzialmente pronto e quindi lavoreremo in questa direzione. Tutto ciò per un motivo molto semplice: se si deve fare accoglienza il sistema migliore è quello di avere il consenso delle comunità dove materialmente l'accoglienza va fatta."
Che cosa ne pensa del fatto che in Toscana qualche comune rifiuti categoricamente di avere profughi nel proprio territorio?
"La Toscana si è rivelata da sempre come una terra di accoglienza ed è stata una delle regioni antesignane riguardo alla cosiddetta "accoglienza diffusa", adottando un metodo che poi sostanzialmente è stato inglobato nel patto che abbiamo fatto fra Stato e Regioni nel 2014. Più di recente ancora una volta tale regione fa da apripista con un accordo che abbiamo siglato con il presidente Enrico Rossi riguardo all'accoglienza familiare, che è uno sviluppo ulteriore di un esperimento già fatto in Piemonte e Liguria, ma con connotati del tutto particolari.
Quindi sicuramente finora la Toscana si è distinta generalmente in positivo."
Ma quindi all'atto pratico un comune può dire "sul mio territorio non voglio accogliere"?
"Allo stato attuale, essendo lo SPRAR basato sulla volontarietà, evidentemente ognisingolo comune può dire la sua. Ma in realtà le territorialità dovrebbero sempre dire la propria sull'accoglienza, però sempre tenendo conto che in un Paese nel quale vige un tipo di"accoglienza diffusa" ciascuno dovrebbe fare la propria parte".