In occasione della conferenzaEast Forum 2016 dal titolo "La nuova Europa: migrazioni, integrazione e sicurezza"organizzataa Roma dalla rivista EastWest, è intervenuto Romano Prodi, già Presidente della Commissione Europea e due volte Presidente del Consiglio italiano.Blasting News era presente, vediamo quello che ha dichiarato.
Sull'immigrazione
Romano Prodi ha parlato del flusso di migranti verso l'Europa: "Il vero problema è che oggi i governanti europei guardano solo al domani e mai al dopodomani. La democrazia occidentale, vista ad esempio dalla prospettiva della Cina, appare inconcepibile perché abbiamo elezioni ogni anno, che condizionano ovviamente le grandi scelte politiche, perfino nelle tornate elettorali amministrative Ecco che quindi riguardoall'immigrazione ilproblema non è il flusso quantitativo dei migranti, questo fenomeno fa paura solo perché è incontrollato.Al giorno d'ogginon ci sono leader, anche in Africa o in medio Oriente, in grado di controllare questo fenomeno.
Quando ero Presidente del Consiglio spesso mi chiamava Gheddafi e "minacciava" di mandarci barconi pieni di gente, ma poi in realtà non lo ha mai fatto perché trovavamo soluzioni politiche. Oggi invece mancano sull'altra sponda del Mediterraneo degli interlocutori con cui relazionarsi."
Sul terrorismo e le guerre
PoiProdi ha proseguito: "Riguardo al terrorismo il vero punto è capire chi lo finanzia e ovviamente i soldi non arrivano certo dalla povera gente, ma dalle fondazioni private tollerate da certi stati e su questo la politica internazionale chiude gli occhi. Le guerre che abbiamo fatto negli ultimi 30 anni hanno moltiplicato le tragedie per cento volte. La globalizzazione ha inoltre portato squilibri enormi: il lavoro soffre, la finanza è sempre più imponente. Lasciando il futuro interamente in mano al mercato, le differenze sociali sono aumentate e chi vive alla periferia e si sente escluso, si può affidare ormai a chiunque chi fa populismo. Per esempio Donald Trump è un leader non americano ma "europeo" perché interpreta in modo populista le paure classiche degli europei"
Sul futuro dell'Europa
Infine sull'Unione Europea ha dichiarato: "Questa fase storica europea mi delude molto.
Già vent'anni fa parlavamo di questo ed eravamo consapevoli che l'allargamento e l'integrazione dell'UE non sarebbe arrivato in pochi giorni. Noi all'epoca avevamo un disegno ben preciso, ma adesso è cambiata la leadership politica. Già all'epoca il vero nodo non era l'allargamento ad est, ma la presenza critica della Gran Bretagna.Questa è invece l'Europa della paura.
Basti pensare che la Commissione, pochi giorni fa, non è stata neppure in grado di approvare neppure un trattato commerciale con il Canada, che pure non aveva dato particolari problemi, decidendo di rimandarlo ai singoli stati membri, allungando in modo esponenziale i tempi. Il problema è quindi tutto di volontà politica. Credo che in un modo o nell'altro saremo costretti dalla storia a fare un'Europa unita. Personalmente in questo momento non sono ottimista, perché occorre che la crisi venga percepita dalle leadership europee. Questa Europa va ricostruita."