A margine di una seduta presso il Senato della Repubblica Blasting News ha intervistato in esclusiva Carlo Giovanardi, senatore centrista, ex UdC ed ex NCD, attualmente appartenente al Movimento IDEA (Identità e Azione) che si colloca all'opposizione rispetto al Governo Renzi. Vediamo quello che ci ha detto.
Senatore Giovanardi, quale posizione ha sul referendum costituzionale del 4 dicembre?
"Io voterò No. Ho fatto per 5 anni il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e per due anni il vice-presidente della Camera, credo di avere una conoscenza dei meccanismi parlamentari e di poter dire che quanto scritto nella Riforma della Costituzione non semplifica, ma anzi aggroviglia il rapporto Camera-Senato con ben nove diversi livelli di iter legislativi. Il Senato poi non sarò elettivo ma fatto da Consiglieri Regionali e Sindaci che non si capisce come vengano eletti, quante volte dovranno venire a Roma e soprattutto non si capisce le competenze che avranno. Quindi la Riforma complica le istituzioni, come hanno detto molti ex presidenti della Consulta. A chi parla di risparmi vorrei dire che il reale risparmio sarà del 0,0005% rispetto al bilancio dello Stato, sono 50 milioni di euro annue. Ecco, faccia conto che un comune di medie dimensioni come quello di Formigine in provincia di Modena ha un bilancio di esattamente 50 milioni, quindi il risparmio di questa riforma è lo stesso che se abolissimo 1 sugli 8000 comuni italiani."
Quali conseguenze politiche immediate vede dopo il voto se vince il No?
"All'atto pratico non succederà assolutamente nulla, così come se vincesse il Sì. Nel senso che il mondo continua e l'Italia va avanti lo stesso. Però se vince il No avremo un vantaggio: non avremo approvato una riforma devastante."
Quale posizione ha sulla legge elettorale che potrebbe essere modificata nei prossimi mesi?
"Io sono sempre stato un democratico.
Sono in Parlamento dal 1992 e ho fatto parte dell'ultima maggioranza che complessivamente aveva avuto più del 50% dei voti degli elettori, cosa peraltro sempre accaduta in Italia prima del 1994: per quasi 50 anni i Governi avevano sempre avuto l'appoggio della maggioranza assoluta degli elettori. Poi dopo con le riforme elettorali ha invece sempre governato una minoranza e i Governi degli ultimi vent'anni hanno avuto contro la maggioranza del Paese. Consideri che con l'Italicum si potrebbe addirittura avere che con il 25% dei voti si governa il Paese e ciò è foriero di disastri. E' chiaro che questa legge va cambiata al più presto":