Qualche giorno fa sono stati pubblicati i risultati della consultazione on line promossa dalla Camera su "Lo stato e le prospettive dell'Unione europea". Sette domande rivolte ad un pubblico di 10.470 cittadini chiamato, tra febbraio e agosto 2016, ad esprimere un giudizio su alcuni aspetti dell’Unione Europea: sui suoi vantaggi, le carenze, sulle possibili iniziative, sulle sue istituzioni e la loro possibile trasformazione.

Si occuperà di analizzarli un comitato formato da giuristi, docenti e giornalisti che presenteranno la propria relazione all’inizio del 2017.

In questa commissione di “saggi” figurano i nomi di Pier Virgilio Dastoli, Tiziana Di Simone, Enrico Giovannini, Eva Giovannini, Simone Fissolo, Enzo Moavero Milanesi, Arianna Montanari.

In attesa del loro parere diamo un’occhiata alle risposte che sono state date alle 6 domande (la settima riguardava suggerimenti e proposte in maniera libera e le risposte non sono state ancora pubblicate).

Nel primo quesito riguardante i benefici più importanti che l’’Unione Europea ha assicurato ai suoi cittadini sembra che la parte di questi che ha votato abbia preferito tra le dieci opzioni la circolazione delle persone. Tra le più votate seguono poi la pace e la stabilità e le iniziative che favoriscano lo scambio (ERASMUS, per intenderci); mentre si affaccia solo al quarto e quinto posto la moneta e la circolazione di merci e servizi, seguite immediatamente dall’opzione scelta da chi non trova che ci siano stati benefici per i cittadini europei.

Il secondo quesito chiedeva in cosa fosse stata inadeguata l’Ue. La maggior parte degli intervistati trova che lo sia stata nell’affrontare il fenomeno dell’immigrazione ma temi come quello della crisi, della disoccupazione e della lotta alla povertà seguono subito dopo.

Alla domanda in cosa l’Ue dovrebbe essere più incisiva le risposte tendono a ricalcare i temi emersi nella precedente ma fa la sua comparsa, a metà classifica, il terrorismo.

Sarebbe interessante sapere come mai il terrorismo - magari la lotta al terrorismo - non sia stato inserito come una possibile risposta anche nel quesito precedente.

Si continua poi chiedendo cosa renderebbe la Ue più efficace. Le risposte in merito vanno tutte verso una maggiore attribuzione di competenze, di una migliore coordinazione e una maggiore semplificazione dei processi decisionali.

Per la stragrande maggioranza degli intervistati è necessario, e siamo quasi alla fine, rafforzare la cittadinanza europea, in particolare attraverso il reddito minimo -anche se non sembravano presenti molte alternative degne di nota.

Per molti, infine, sembra il caso di modificare l’assetto istituzionale europeo. Qui però le scuole di pensiero si dividono in chi preferisce una federazione degli stati membri e chi di stati che adottano l’Euro.

Arianna Montanari, una dei dieci “saggi” che esamineranno i risultati emersi da quesiti, ha anticipato, durante la trasmissione “Europa” di Radio3, che quello che viene fuori dalla consultazione è “una domanda di Europa ... non meno Europa”.