La corsa per le presidenziali del 2017 comincia con le primarie repubblicane di domenica 19 novembre. Alain Juppé, in vantaggio nei sondaggi, sembra avere tutte le carte in regola per diventare il candidato dei Repubblicani e affrontare la Le Pen nello scontro che si terrà tra cinque mesi. L'ex presidente Sarkozy, ancora in corsa, si gioca il tutto per tutto, ma non è l'unico ad infastidire il favorito.
Le primarie repubblicane del 19 e 27 novembre potrebbero rivelare molto di più che il semplice nome del candidato alle presidenziali del 2017.
L'ipoteca sulla corsa all' Eliseo
La lista dei candidati del primo scontro è fatta di sette nomi ma la lotta per vittoria si riduce a tre. Il primo della lista, il più accreditato, è Alain Juppé. Ex primo ministro e attuale sindaco di Bordeaux è, secondo i sondaggi, in vantaggio su Nicolas Sarkozy e François Fillon. Politico di lungo corso, ha concentrato la sua candidatura su messaggi che raccogliessero il consenso della parte più moderata, che potrebbero far presa non solo all'interno del partito ma anche all'esterno, tra le file socialiste deluse da Hollande. Novità di queste primarie è infatti il voto aperto, cosa che allarga di gran lunga la base su cui può far presa Juppé.
Al contrario, Nicolas Sarkozy avrà difficoltà ad estendere il suo bacino di voti al di fuori della destra repubblicana, avendo incentrato la sua campagna su temi identitari e populisti.
Una strategia rischiosa in un momento in cui la destra populista sembra aver trovato la sua figura di riferimento nella leader del Front National.
In netto recupero, nell'ultimo periodo, anche François Fillon. Dal taglio moderato anch'egli, ha dalla sua la freschezza. Potrebbe rivelarsi l'alternativa, a sorpresa, a Juppé.
I sondaggi mostrano che se dovesse imporsi Juppé quale candidato dei repubblicani, quest'ultimo riuscirebbe a raccogliere intorno alla sua figura più consensi di quanto farebbe Sarkozy in un eventuale ballottaggio con il Front National.
Nel caso in cui l'ex presidente dovesse invece riuscire a recuperare lo svantaggio e vincere la sfida interna potrebbe avere più problemi, a causa della sua strategia, a richiamare il popolo francese all'unità contro il partito della Le Pen.
Lo scenario politico francese è profondamente mutato durante la presidenza Hollande, lasciando il campo aperto non solo all'ascesa del partito della Le Pen ma anche al recupero dei repubblicani che, al netto di sorprese eclatanti, saranno i protagonisti delle elezioni del prossimo anno.
Il presidente socialista, nel corso del suo mandato, è andato incontro ad un'emorragia di voti senza soluzione di continuità, che ha svuotato il consenso intorno alla sua guida. E' probabile che alle primarie socialiste di gennaio il presidente in carica si ricandidi, come consuetudine nella tradizione della Repubblica, per un secondo mandato. Tuttavia la sua popolarità, ai minimi storici, potrebbe portare ad una debacle senza precedenti il partito socialista. A questo si va ad aggiungere la notizia, non certo inaspettata, della candidatura di Emmanuel Macron, l'ex ministro dell'economia, come indipendente, che porterà un'ulteriore emorragia di voti a sinistra.
Se questo scenario non dovesse mutare nei mesi che precedono le elezioni per l'Eliseo, tutto fa pensare che a raggiungere il ballottaggio di maggio saranno il candidato dei Repubblicani e la leader del Front National.
Il primo, come fecero già i suoi predecessori in passato, farà probabilmente appello all'unità dei francesi contro il pericolo xenofobo e populista rappresentato dal Front National. La seconda cercherà di monetizzare l'accresciuta popolarità del suo partito, il primo del paese, per riuscire nell'impresa in cui fallì suo padre nel ballottaggio del 2002 contro Chirac e diventare la prima donna presidente della Repubblica francese.