Il Primo Ministro Ungherese, Viktor Orban, ha recentemente annunciato l'istituzione di un Sottosegretariato per la protezione e il soccorso dei cristiani perseguitati nel mondo.

La decisione giunge dopo la "visita privata" del 28 Agosto, in Vaticano, con il Pontefice e i leaders cristiani del Medio Oriente.Presente anche il Ministro magiaro delle Risorse Umane, Zoltàn Balog.

Secondo il quotidiano conservatore Magyar IDOK, il Ministro dell'Economia Ungherese, Mihaly Varga, ha già stanziato 3 milioni di euro per aiutare le comunità cristiane oppresse.La scelta segue, inoltre, la consueta riunione annuale tra i parlamentari cristiani europei e i rappresentanti cristiani mediorientali, che si sono incontrati a Frascati per discutere la situazione dei perseguitati per motivi religiosi, con una particolare attenzione per i cristiani del Libano.

Zoltàn Balog, fedele amico e collaboratore di Orban con il quale condivide il credo Calvinista

La nuova Istituzione dipenderà direttamente dal Ministro delle Risorse Umane, Zoltàn Balog, calvinista come il Premier Ungherese.

Durante una sua intervista concessa a Radio Kossut, la più antica e nota emittente magiara con sede a Budapest, Balog ha sottolineato che un terzo della popolazione mondiale è cristiano e che il 78% delle persecuzioni riguarda i seguaci di questa religione, in particolare nel Medio Oriente e nelle zone Europee colpite dalla recente ondata migratoria.

Da qui la necessità di creare un ufficio in grado di richiamare l'attenzione sul problema poiché "la questione dovrebbe essere presa sul serio".

Il Ministro ha aggiunto che ha già cominciato a coordinare l'opera di assistenza umanitaria per i cristiani oppressi e che i militari Ungheresi, il mese scorso, hanno raggiunto Arbil (città curda dell'Iraq), per costruire una scuola cristiana.

In sintesi l'idea del Governo è quella di aiutare i cristiani nei luoghi d'origine, per evitare lo sradicamento, in linea con il diritto a non emigrare caldeggiato da Papa Benedetto XVI (Vaticano-2 Novembre 2012: "......

prima ancora che il diritto ad emigrare va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè ad essere in condizione di rimanere nella propria terra...").

L'Ungheria come la Russia. Orban come Putin nella difesa dei cristiani e in fatto di politiche sull'immigrazione

Il Premier Ungherese è forse l'unico Capo di Stato dell'Europa politica che ha sollevato il problema relativo alla persecuzione dei cristiani nel mondo, questione ampiamente discussa in precedenza dal suo omologo russo.

In più di un'occasione, Orban ha sottolineato quanto sia difficile oggi affrontare questo tema a causa della censura della Verità.

Ha, inoltre, accusato più volte l'Europa di voler ridisegnare il suo tessuto sociale attraverso l'immigrazione e la sostituzione etnica e religiosa dei cittadini continentali perché è oramai evidente che la vera natura della migrazione di massa, mascherata da causa umanitaria, consiste, in realtà, nell'occupazione del territorio.

Secondo Orban il reale pericolo che corrono gli Europei non è dato dal fenomeno migratorio in sé, ma dall'appiattimento alla scelta imposta da Bruxelles.

Il Premier guarda al futuro rivendicando il ruolo che storicamente appartiene al Paese che consiste nel porsi a baluardo difensivo della Tradizione Cristiana Europea.

E, in effetti, l'assedio di Belgrado del 1456- che vide l'arresto dell'avanzata in Europa del Sultano Ottomano Maometto II, grazie all'intervento e alla resistenza dell'esercito Ungherese- decretò le sorti della Cristianità.Corsi e ricorsi storici, strumentalizzazione, o mera casualità?