In occasione di un convegno sul tema della legalità e della corruzione, svoltosi presso l'Ecole de France a Roma, si è parlato di anche del tema dei Comuni sciolti per mafia in Italia. Tema sul quale sono stati diffusi dati statistici molto interessanti.

La legge che regola la materia è n. 221 del 1991, che affidòal Ministero dell'Interno il potere di sciogliere i Consigli Comunali con infiltrazioni mafiose, in modo autonomo e svincolato dalle indagini della magistratura, generalmente troppo lunghe e complesse. Da allora i vari Governi nazionali che si sono succeduti hanno utilizzato questo strumento antimafia in modo altalenantee spesso anchecon una forte discrezionalità politica.

Ben 266 comuni italiani sciolti per mafia in 25 anni

In questi primi 25 anni di applicazione della legge, compresi fra il 1991 e il 2016, sono stati sciolti per mafia un totale di ben 266 comuni. Fra essi ve ne sono stati 49 che sono stati sciolti ben due volte e addirittura anche 9comuni sciolti per tre volte (fra essi quattrosono nel casertano: Casal di Principe, Casapesenna, San Cipriano d'Aversa e Grazzanise nel casertano, quattro nella provincia di Reggio Calabria:Roccaforte del Greco,Melito di Porto Salvo, Taurianova e San Ferdinandoe invece il palermitanoMislimeri). Fra tutti i comuni sciolti per mafia 15 sono sopra i 50.000 residenti, in un caso (Reggio Calabria nel 2012) venne sciolto un comune capoluogo di provincia.

La Regione italiana più colpita dal fenomeno è stata la Campania con ben 97 scioglimenti per infiltrazioni mafiose, alle sue spalle troviamo la Calabria con 83 e poi la Sicilia con 67. Queste tre Regioni hanno avuto, da sole, oltre il 92% dei casi nazionali. E' da segnalare poi che la Calabria ha avuto un "picco" negativo in particolare dal 2012 in poi, infatti considerando solo questi ultimi cinque anni sarebbe la Regione più colpita.

Il centrodestra ha sciolto più comuni rispetto al centrosinistra

E' da notare che gli anni in cui si sono sciolti più comuni per Mafia furono quelli immediatamente successivi all'approvazione della legge, quando forse anche per l'ondata emotiva e per le pressioni dell'opinione pubblica, si arrivò addirittura a sciogliere ben 34 Consigli Comunali nel solo anno solare 1993.

Poi sono seguiti venti anni nei quali si è abbassato drasticamente il numero di enti locali sciolti, il cui numero è rimasto quasi sempre al di sotto della decina all'anno (si toccò il punto minimo nel 1995 con soli 3 scioglimenti). Si è avuto poi un nuovo picco durante i due anni del Governo Monti, nel 2012 ci furono infatti 24 scioglimenti e poi 16 nel 2013; dopo vi è stato un nuovo abbassamento.

A proposito di "curiosità" politiche: i Comuni sciolti per mafia eranoper il 32,5% amministrati da maggioranze di centrodestra, per il 19,6% dal centrosinistraeper il 15,1% da liste civiche locali. Nel restante 32,8% dei casi invece si trattava di Comuni governati da partiti della Prima Repubblica, quindi stiamo parlando di casi risalenti a prima del 1994.

Guardando infine al "colore politico" dei Governi nazionali che hanno proceduto materialmente allo scioglimento possiamo notare quanto segue: il 32,1% degli enti localiinfiltrati dalla mafia sono stati sciolti dai Governi di coalizione della Prima Repubblica, il 28,3% da parte di Governi di centrodestra, il 15,8% da Governi di centrosinistra e infine il 23,8 da parte dei più recenti governi di "grande coalizione" (Monti, Letta e Renzi).