Il terzo ed ultimo dibattito televisivo tra i candidati alla Casa Bianca, Hillary Clinton per i Democratici e Donald Trump per i Repubblicani, si è concluso come i precedenti tra tensioni, colpi bassi e mancate strette di mano. L’apice della contesa si è raggiunto quando Trump, che già si era detto dubbioso circa la regolarità delle operazioni di spoglio nelle urne, a precisa domanda se accetterà o meno l’esito del voto, ha risposto con un perentorio “deciderò al momento”. Tra gli altri temi trattati nel dibattito, l’accusa del tycoon ad Hillary di aver distrutto 30mila missive virtuali (il cosiddetto ‘email gate’) rendendo così queste elezioni “truccate”; lo scontro sul ruolo dei giudici della Corte Suprema, soprattutto in materia di possesso di armi (2° emendamento della Costituzione Usa) e aborto; il ruolo di Vladimir Putin e la presunta offensiva hacker contro la campagna elettorale Democratica; spazio anche per il muro anti clandestini che ‘The Donald’ vorrebbe costruire al confine col Messico e per le accuse di presunte molestie sessuali avanzate da decine di donne contro di lui.

Ultima sfida a Las Vegas

Nella notte tra il 19 e il 20 ottobre il teatro dell'ultimo confronto-scontro tra Hillary Clinton e Donald Trump sembrava il Caesar Palace, sede di storici match di pugilato, e non l’auditorium dell’Università del Nevada a Las Vegas. E, infatti, i due sfidanti, separati dall’arbitro-moderatore Chris Wallace di Fox News, non si sono fatti pregare per darsele di santa ragione. Le attenzioni mediatiche, però, si sono concentrate quasi esclusivamente su un’unica, breve, frase pronunciata da Trump: “Deciderò al momento”. La domanda, molto chiara, era se il candidato Repubblicano accetterà l’esito del voto anche in caso di sconfitta. Ennesima provocazione da miliardario istrione, o credibile minaccia?

Fatto sta che la Clinton ha ribattuto ricordando che “ci sono sempre state elezioni democratiche e il risultato è sempre stato accettato, anche se non piaceva”, per questo, secondo lei, Trump sarebbe “il candidato peggiore della storia delle nostre elezioni”.

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L’ombra di Putin sulle elezioni dell’8 novembre

Altro tema bollente è stato quello delle presunte ingerenze della Russia di Putin per favorire ‘The Donald’ a scapito della moglie di Bill.

Hillary ha accusato il governo russo di essere il mandante dell’attacco hacker che ha scoperchiato il vaso di pandora dell’email gate, perché Putin “vuole un bamboccio come presidente americano”. Trump ribatte considerando positivamente un “accordo con la Russia nella lotta contro l’Isis”. Fuochi di artificio anche sulla visione del ruolo della Corte Suprema: per Clinton i giudici devono difendere tutti i cittadini, anche su temi come aborto e diritti civili, mentre Trump ha ribattuto comunicando di voler nominare giudici che sappiano “difendere la vita” e, soprattutto, che difendano strenuamente il 2° emendamento (quello sulla libertà di possedere armi).

La chiusura al veleno del dibattito è stata dedicata alle numerose accuse di molestie sessuali piovute su Trump ultimamente. Lui taglia corto: “Non ho mai incontrato queste donne, vogliono un quarto d'ora di notorietà oppure sono state pagate” dai Democratici.