Al termine della manifestazione nazionale "C'è chi dice No" svoltasi a Roma questa domenica 27 novembre, Blasting News ha intervistato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Ecco cosa ci ha detto.
'Serve un grande movimento popolare contro le oligarchie'
Come le sembra che stia procedendo questa campagna referendaria?
"Renzi sta ridicolizzando questo momento. Sta dicendo che se vince il Sì al referendum i malati di cancro guariranno, che i poveri diventeranno ricchi, che ci sarà la felicità per tutti. Ma questa invece è una cosa seria, qua c'è gente che lotta ogni giorno e mette il proprio corpo per opporsi a un sistema corrotto.
Il momento è serio e difficile per la democrazia nel nostro paese. Lottiamo affinché il 4 dicembre il No possa vincere e poi dal 5 noi stiamo per strada, fra la gente. Io da sindaco di Napoli faccio 8 km a piedi al giorno, non faccio come Renzi che è circondato da metal detector e forze dell'ordine ed ha perso completamente la connessione con il popolo, anche se forse non ce l'ha mai avuta, viste le politiche che sta attuando."
Cosa succede in Italia se vince il No?
"Certamente non ci saranno alleanze anomale. Il nostro è un No popolare e sociale, quello del cambiamento vero, è un No alle politiche liberiste. Io credo che si deve costruire un grande movimento popolare che finalmente liberi il paese dalle oligarchie e dalle concentrazioni di potere. Delle elezioni politiche in questo momento non ci interessa, noi stiamo nelle piazze."
'Se vince il Sì paese meno democratico, più autoritario e aumenta la repressione'
E cosa teme possa succedere se invece vincesse il Sì?
"In tal caso il Paese sarà meno democratico, sarà più autoritario e un uomo solo al comando penserà di poter fare tutto ciò che vuole.
Aumenterà la repressione del dissenso e ci sarà anche meno stabilità, perché i radicalismi cresceranno. Con il No invece ci sarà più stabilità perché si dimostrerà che la Costituzione Italiana è davvero la Carta di tutti i cittadini."
Cosa pensa dell'ipotesi che questo voto referendario possa mettere il nord contro il sud del Paese?
"Ma innanzitutto ad esempio nella piazza di questo 27 novembre c'è il nord, il centro e il sud.
Io ad esempio ho parlato avendo dietro le donne della Val di Susa, che qualcuno ritiene delle sovversive ma che invece lottano per la difesa dei territori. Noi vogliamo unire il Paese, nelle diversità e nelle autonomie, non con un becero secessionismo: un'Italia che trovi proprio nella Costituzione la voglia di stare insieme."