Nel conflitto che da oltre cinque anni si protrae in Siria, dove la Russia sostiene l'esercito fedele ad Assad mentre gli Stati Uniti e gli alleati europei hanno offerto supporto alle formazioni ribelli, il coinvolgimento delle potenze è sempre più profondo ed evidente. E da qualche tempo sia Mosca che Washington hanno iniziato a fare ricorso a società militari private, spesso riconducibili a grandi gruppi multinazionali, che consentono ai governi di commissionare operazioni sotto copertura senza informare l'opinione pubblica, come avverrebbe utilizzando l'esercito.

Si tratta di soldati altamente addestrati che però sulla carta non esistono, trapelano pochissimi dettagli su di loro, tanto da guadagnarsi il soprannome di "soldati fantasma". E sono tali, almeno fino a quando qualcuno non ci rimette la pelle, ed a quel punto spesso sono le famiglie a portare alla luce le loro storie.

Il caso di un "soldato fantasma" russo

Un articolo di Elena Barlozzari per "Gli occhi della guerra" porta a galla il caso di un "ghost soldier" russo portato alla luce dai giornalisti delle Reuters. Si chiamavaMaxim Kolganov, e quando è morto in Siria, a Febbraio di quest'anno, aveva 38 anni. Il governo russo ha più voltenegato di essere coinvolto in queste operazioni, ma ormai gli elementi e le testimonianza che dimostrano il contrario sono troppe per essere nascoste.

E oltre alla Siria, dove i militari non ufficiali hanno ricoperto un ruolo fondamentale per la liberazione di alcune città, questi sono stati inviati anche in Ucraina.

Un business colossale

L'impiego di militari appartenenti a gruppi privati è un ambito di cui si parla poco, ma dietro al quale ci sono interessi colossali. A Luglio scorso per la prima volta il dipartimento di stato americano ha reso noto sul proprio sito di aver affidato, senza appalto, una consulenza da 10 milioni di dollari alla "Six3 intelligence solutions", una società rilevata per una cifra di oltre 800 milioni dalla multinazionale Caci, che in passato rimase coinvolta nello scandalo del carcere iracheno degli orrori di Abu Ghraib, dove i prigionieri venivano sottoposti a tremende torture.