È un fiume in piena il capo del personale del Campidoglio, ed ex vice capo di gabinetto del sindaco di Roma Virginia Raggi, Raffaele Marra. Intervistato dal Fatto Quotidiano, l’uomo da mesi al centro di aspre polemiche e di approfondite inchieste giornalistiche, decide di togliersi più di un sassolino dalla scarpa. Parte col botto, individuando i protagonisti principali dell’attacco alla sua persona proprio tra le file del M5S, precisamente nel defunto mini-direttorio romano di cui facevano parte anche due ‘big’ come Paola Taverna e Roberta Lombardi.
Vero obiettivo dell’offensiva grillina non sarebbe lui, ma proprio la Raggi. Definisce “presunta” la condanna della Corte dei Conti per il suo incarico in Regione. Conferma di non essere indagato e scansa i sospetti circa i suoi rapporti con alcuni costruttori capitolini e il suo operato nelle politiche abitative del Comune. La conoscenza con Gianni Alemanno, poi, solo una ricerca di una raccomandazione per entrare nei servizi segreti.
Marra contro il mini-direttorio
Raffaele Marra - da molti sospettato di intrattenere oscuri rapporti con la Destra dell’ex sindaco Gianni Alemanno - si presenta, invece, come un dirigente “sui generis nell’assegnazione delle case per l’emergenza abitativa” perché, a suo dire, ha prodotto “indagini e processi”.
Allora quali sono i motivi di tante attenzioni negative intorno a lui? “Credo che l’attacco alla mia persona arrivi dall’interno del Movimento - risponde senza tentennamenti Marra – c’è stato un accanimento nei miei riguardi: sin dai primi giorni in cui ho iniziato a collaborare con il sindaco Raggi il mini-direttorio M5S con me non ha voluto avere alcun tipo di interlocuzione” perché convinto che “fossi legato alla destra romana”.
Lui racconta di aver cercato di provare la sua ‘innocenza’, anche in merito alla notizia della presunta condanna inflittagli dalla Corte dei Conti che definisce senza mezzi termini “falsa”.
Parole pesanti come pietre a cui, subito dopo, Marra dà un seguito. “Sicuramente c’è qualcuno a cui politicamente non vado bene” ma, aggiunge in un crescendo di livore e di sospetti, “l’obiettivo non sono io: attaccano me per attaccare il sindaco.
E secondo me l’attacco arriva probabilmente dall’interno del Movimento”. Nomi, naturalmente, Marra non ne fa, ma il sospetto, fondato, è che l’ex alemanniano voglia vendicarsi di qualcuno (forse Lombardi e Taverna) perché “trattato come un bandito” almeno fino a qualche giorno fa.
I sospetti sul passato di Marra
Dunque, Marra denuncia il presunto tentativo di una parte dei grillini di colpire la Raggi. Ma, allo stesso tempo, si preoccupa di allontanare da lui i sospetti più che fondati sulla gestione delle politiche abitative del Comune tra il 2008 e il 2010, quando ricopriva la carica di dirigente del Patrimonio. L’ex alemanniano è sospettato di aver firmato convenzioni ‘gonfiate’ per centinaia di appartamenti appartenenti al costruttore Fabrizio Amore e al calciatore Francesco Totti.
Lui si autoassolve dal punto di vista “tecnico giuridico”, ma non da quello “morale”. E glissa sul presunto ‘prezzo di favore’ ottenuto ‘dall’immobiliarista della casta’ Sergio Scarpellini per l’acquisto di un appartamento. Rispediti al mittente anche i sospetti su un conflitto di interessi causato dalle brame del fratello Renato di ottenere un posto di vertice nella Polizia Municipale capitolina.