Le ultime indiscrezioni parlano di un accordo tra il partito di maggioranza PPE (Partito Popolare Europeo) e conservatori e liberali per convergere sul voto per la presidenza del Parlamento Europeo ad Antonio tajani. Ai voti già previsti (217) dei popolari vengono cosi sommati i 74 del partito Conservatore (con i Tories in prima fila) e i 69 dei liberali dell'ALDE guidati da Guy Verhofstadt (famoso negli ultimi giorni per aver rifiutato l'entrata del Movimento 5 Stelle), arrivando a quota 360.
L'avversario Gianni Pittella
A quanto pare il suo sfidante, l'altro italiano Gianni pittella, capogruppo del PSE, Partito Socialista Europeo, si fermerebbe a poco meno di 300 voti, sommando i voti del proprio partito con i Verdi e il Gue (partito comunista) con qualche franco tiratore del suo avversario.
Il voto segreto
A questo punto tutto è nelle mani dei parlamentari. Il voto segreto non si può certo definire un voto certo. Diverse spaccature si intravedono ad esempio nell'ALDE, la cui compattezza è stata messa a dura prova dopo la figuraccia M5S e alla presenza di molte persone che hanno un'anima più antiberlusconiana e tendono a convergere su un voto ad un candidato del PSE. L'incognita ad ora è rappresentata dai partiti di estrema destra. L'ENL, guidato da Marine Le Pen, non ha ancora stretto un accordo ufficiale con Tajani. Matteo Salvini, con tutta la Lega Nord dovrebbe astenersi. Quel che è certo è che se dovesse vincere un candidato del centro-destra l'asse Popolari-Socialisti sarebbe inevitabilmente spostato verso destra, e bisognerebbe rivedere tutti i meccanismi che ad oggi hanno permesso l'approvazione dei provvedimenti del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker.
Tra non molto si saprà l'epilogo di questa campagna elettorale caratterizzata da larghe intese e accordi instabili...quel che è certo è che se la sinistra perdesse anche questa battaglia, si troverebbe in difficoltà a causa della mancanza dei suoi rappresentanti in tutte le alte cariche delle istituzioni europee.