Grandi manovre nel centrodestra in vista delle prossime elezioni politiche. Con i sondaggi di questi giorni, che puniscono le divisioni all’interno del Partito Democratico e penalizzano il Movimento 5 Stelle per le grane giudiziarie a Roma, per la prima volta si nota una netta risalita nel gradimento da parte degli elettori per i partiti di Salvini, Meloni e Berlusconi. Quindi, dopo mesi di incomprensioni, si cerca di trovare un’intesa, superando le tante divergenze. A cominciare dalla data del voto: Matteo Salvini e Giorgia Meloni da mesi premono per elezioni anticipate, magari dopo un veloce aggiustamento della legge elettorale, profondamente modificata dalla sentenza della Corte Costituzionale.

Giugno sembra quindi essere per loro, così come per Grillo e Renzi, il mese perfetto per mandare gli italiani alle urne.

L’attesa di Forza Italia

Forza Italia, invece, spera ancora che la legislatura continui fino alla sua scadenza naturale: l’auspicio, neanche troppo nascosto, è che arrivi finalmente l’attesa sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che possa permettere a Silvio Berlusconi di ricandidarsi. Secondo i calcoli dei sondaggisti consultati dal partito, con l’ex cavaliere di nuovo in campo, Forza Italia potrebbe di nuovo arrivare fino al 20% dei consensi e tornare ad avere il peso maggiore nella coalizione. Così, in attesa di buone notizie dalla Francia, Berlusconi si è dichiarato più volte disponibile a sostenere dall’esterno il governo di Paolo Gentiloni su alcuni temi specifici di interesse nazionale.

Le divisioni da superare

Certo, quella sulla data del voto non è l’unica divisione del centrodestra: Lega Nord e Fratelli d’Italia hanno trovato una convergenza su temi come la moneta unica, l'Europa e il ruolo della Germania, che li distanziano parecchio da Forza Italia. Altra differenza è nella richiesta di primarie di coalizione per scegliere il leader, non gradite a Berlusconi e reclamate a gran voce da Salvini e Meloni.

Ma, paradossalmente, la legge proporzionale, uscita dal lavoro della Consulta, potrebbe facilitare l’intesa: si potrebbe non indicare subito il nome del premier e deciderlo solo dopo il voto, in base alle preferenze ottenute. Oppure, e questa pare l’ipotesi più probabile secondo i commentatori, si potrebbe trovare una figura nuova da presentare.

Luca Zaia nuovo leader?

Un nome forte, legato alla politica, ma non direttamente riconducibile ai vertici dei tre partiti: il ritratto che ne esce, secondo molti addetti ai lavori, è quello del governatore del Veneto Luca Zaia. Per ora ci sono solo smentite, ma il lungo lavoro di ricucitura tra le tre forze politiche che potrebbe portare alla vittoria alle elezioni approfittando delle divisioni e dei problemi degli avversari, è ormai avviato.