“Berlusconi e Renzi ormai sono fuori dal tempo”. Matteo Salvini guarda al futuro, spera che gli italiani possano andare al voto al più presto e lavora per un nuovo centrodestra, non più modellato sulla figura egemonica dell’ex cavaliere. "Dalla Brexit a Trump, sono successe troppe cose nel 2016, impossibile non tenerne conto – spiega il segretario della Lega Nord – e anche quest’anno il voto in Olanda, Francia e Germania continuerà a premiare gli euroscettici”. Del resto Salvini fa notare come lo stesso programma di Trump rispecchi quello del Carroccio su temi come i dazi doganali, la flat tax, lo stop all’immigrazione o la lotta al terrorismo insieme con Putin.

Insomma, il segretario vorrebbe sfruttare il vento del cambiamento andando a votare al più presto, sicuro di raccogliere il consenso di molti elettori.

La frattura con FI

È questa la prima grande questione che lo allontana da Silvio Berlusconi, che vuol prendere tempo per poter tornare a candidarsi nel 2018, dopo un’eventuale sentenza favorevole della Corte di Strasburgo. Però non gradisce nemmeno le manovre di riavvicinamento al governo del leader di Forza Italia e l’idea di un eventuale nuovo accordo col centrosinistra, se dalle urne non dovesse uscire una maggioranza ben definita. “Berlusconi parla di centro liberale, cattolico e moderato – sottolinea Salvini – in pratica, posizioni analoghe alla Merkel, io invece sto con Trump”.

E questa distanza si farà sentire anche nel Parlamento europeo dove la Lega non voterà per la presidenza il candidato dei popolari Antonio Tajani.

Primarie per scegliere il leader

Il leader del Carroccio quindi ripropone la ricetta per la legge elettorale, che a suo dire poteva già essere votata in queste settimane, senza aspettare la sentenza della Consulta: ripartire dal Mattarellum, che ha consentito in passato a tutti gli schieramenti di poter governare.

Inoltre si augura che la Corte Costituzionale possa lavorare senza pressioni e si prepara a scendere in campo con Giorgia Meloni, Raffaele Fitto e, spera, Forza Italia, se in quel partito prevarrà la linea meno propensa alle grandi coalizioni. E comunque Salvini fa capire in modo chiaro che Berlusconi non sarà necessariamente il candidato di un centrodestra unito e rilancia le primarie di coalizione per la scelta del nuovo leader.