Paolo Berdini non ha voluto aspettare che Virginia Raggi sciogliesse la sua riserva. Dopo l’incontro tenuto martedì pomeriggio in Campidoglio sulla realizzazione dello stadio dell'As Roma, l’assessore ha rassegnato le sue dimissioni irrevocabili. Le sue parole sono suonate, ancora una volta, come uno sfogo personale. Da sempre dichiaratosi contrario alla realizzazione di uno stadio che nulla avrebbe di prioritario, Berdini si è sentito tradito da chi gli aveva promesso di puntare sulla strada "della piena legalità e trasparenza" per poi imboccare la via della contrattazione, una strada già percorsa in passato e che "ha provocato immensi danni a Roma".
Le dichiarazioni dell’ex assessore
Berdini avrebbe voluto mettere a disposizione le proprie competenze e idee, rendendo un servizio alla capitale, città in cui è nato e vive. Ma, ha dichiarato, che si è venuto a trovare in una condizione in cui non poteva far altro che prendere atto che erano venute a mancare le condizioni per poter proseguire la sua missione. Nel momento in cui le periferie cittadine vivono un profondo degrado e l’emergenza abitativa romana è in continua crescita, lo stadio della Roma non può essere prioritario. L’annuncio in una nota con cui lo stesso assessore all'Urbanistica dà l’addio alla giunta M5S, per quella che è l’ennesima defezione in una amministrazione in carica solo dal 20 giugno scorso.
Alla base della decisione vi è stata, ovviamente, la questione relativa al progetto del nuovo impianto sportivo dell’As Roma. Nel merito, quando sindaco era ancora Ignazio Marino, il comune aveva stipulato un accordo, per il quale l’assessore aveva chiesto uno sforzo al fine di ridurre la componente commerciale del progetto.
Il mancato accoglimento dell’istanza avrebbe determinato la sua ferma posizione contraria alla costruzione dell’impianto. Secondo Berdini non si può continuare con la contrattazione in ambito urbanistico: a Roma non solo non ha funzionato, ma in passato ha provocato solo danni. La scelta sulla realizzazione dello stadio era un momento nevralgico per dimostrare che la nuova giunta stava lavorando per “fermare blocchi di potere” che da sempre operano semplicemente per difendere “la speculazione fondiaria e finanziaria a scapito dei diritti dei cittadini”.
I precedenti
Per la verità anche nei giorni scorsi l’assessore Berdini aveva annunciato le dimissioni e non è stato solo l’aspetto urbanistico a determinare lo scollamento con la giunta a 5 stelle. In un colloquio con La Stampa, Berdini dichiarava che la Raggi si era circondata di una “corte dei miracoli”, ipotizzando un legame sentimentale con Salvatore Romeo, l’ex capo della segreteria del Sindaco che aveva intestato alcune polizze alla Raggi, oggi indagato per abuso d’ufficio in concorso. Forse è quello il vero momento della svolta. Da quell’istante l’esperienza dell’assessore veniva sospesa: le sue dimissioni venivano respinte, ma con riserva, da Virginia Raggi. Da ieri, a Roma si è alla ricerca dell’ennesimo sostituto in giunta.