L’incubo del presidente russo Vladimir Putin e del premier Dmitri Medvedev si chiama Alexei Navalny. È stato arrestato ieri insieme ad altri 800 manifestanti in una protesta contro il governo a Mosca. Il 2 marzo pubblicò su internet un’inchiesta dove accusa il primo ministro di avere proprietà nascoste per circa 1,2 miliardi di dollari e una rete di amici e alleati per traffico di influenze.

La vita del dissidente

Blogger impegnato a denunciare i casi di corruzione nel governo, Navalny è un avvocato di 38 anni diventato il volto dell’opposizione al regime di Putin.

Dirige una fondazione specializzata in inchieste sulle irregolarità della pubblica amministrazione e scrive per diversi media tra cui l’edizione russa della rivista Forbes. Battezzato dalla rivista Time come l’Erin Brockovich russo e scelto come la persona dell’anno 2009 dal quotidiano russo Védomosti, Navalny è partito con l’avventura rospil.info; una specie di Wikileaks russo che scruta le spese dello Stato e del vertice del Cremlino.Una volta laureato all’Università russa dell’Amicizia dei popoli nel 1998, si è specializzato dal 1999 al 2001 in finanza e crediti all’Università di Finanze, all’epoca della Federazione russa. A Yale è riuscito a ottenere una borsa di studio del programma Yale World Fellows Program per “creare una rete globale di leader emergenti”.

I primi passi in politica

Dal 1999 al 2007 ha militato nel partito liberale Yábloko. Navalny ha un carattere emotivo e passionale. Molti si spaventano perché nei suoi discorsi urla e insulta senza mezze misure. La sua retorica aggressiva nasconde un profondo sentimento nazionalista e per alcuni anche populista. Ma la formula ha funzionato.

Outsider della politica, l’avvocato aveva come unici strumenti internet e i social network. Con i suoi 198 mila follower (all’epoca delle elezioni, oggi ne ha più di 600mila) Navalny il 4 febbraio del 2012 è riuscito a organizzare un’importante manifestazione contro la frode elettorale di Putin delle elezioni di dicembre del 2011.

Malgrado la temperatura fosse di -20°, in piazza hanno protesto più di 120 mila persone. Nelle elezioni del comune di Mosca del 2013 il blogger ha sfiorato il 30% dei consensi. Nonostante la sconfitta, i risultati hanno lasciato un deciso sapore di vittoria.

La condanna per furto

Condannato il 18 luglio del 2013 (lo stesso giorno del compleanno di Nelson Mandela) a cinque anni per un furto all’impresa Viatskaya Lesnaya Kompania, Navalny è uscito su cauzione. I fatti si riferivano all’anno 2009, quando Navalny lavorava come consigliere del governatore di Kírov, Nikita Belykh, e si occupava delle riforme dell’industria locale. A Belykh – molto critico verso il Cremlino – era stata assegnata una regione particolarmente problematica per dimostrare le sue capacità di gestione.

Secondo il giudice (non un giudice qualsiasi ma il più famoso della Russia per non aver mai dichiarato innocente nessun accusato), Navalny è colpevole di avere rubato 10.000 metri quadrati di prodotti forestali per un valore di 16 milioni di rubli. Viatskaya Lesnaya Kompania ha provato a monopolizzare i contratti della regione.

Alcuni analisti sostengono che se Navalny saprà mantenere il sostegno popolare e l’impeto d’animo, potrebbe diventare il prossimo presidente della Russia, una volta finita l’egemonia di Putin.