Mandiamoli tutti a casa? No, arrestiamoli. Ordine di cattura popolare per un Parlamento dichiarato illegittimo. Sono questi i contenuti del documento diramato lo scorso dicembre dal Movimento dei Forconi - 9 dicembre: un documento che ha fatto scattare perquisizioni in tutta Italia all'alba di oggi. Le città interessate sono Ascoli, Campobasso, Como, Firenze, Latina, Roma, Taranto e Treviso: tutti i leader del Movimento sono stati perquisiti dalla Digos.

Il Movimento torna alla ribalta dopo l'arresto inscenato nei confronti di Osvaldo Napoli lo scorso 14 dicembre: una rappresentanza del Movimento aveva messo in atto l'esecuzione di cattura popolare nei confronti del Parlamentare.

Un atto che fece molto discutere, seguito appunto da questo documento considerato istigatorio da parte delle autorità. Perquisito anche il leader del Movimento Danilo Calvani: lo stesso Calvani ha dichiarato che durante la perquisizione gli è stato sottratto solamente il personal computer.

"Era una provocazione, ci aspettavamo una reazione simile"

"La nostra era una provocazione e ci aspettavamo una reazione simile. Ci processino pure, ma ci dicano se la sentenza della Consulta è giusta o no. Mi hanno sequestrato il computer per cercare qualcosa di eversivo. Siamo stati noi a presentare le denunce in varie procure d'Italia contro i politici, che occupano abusivamente il posto dopo la sentenza della Consulta e ci aspettavamo una reazione simile.

Quello che ci viene contestato è che non possiamo sostituirci allo Stato": sono queste le parole del fondatore, riportate da Repubblica.it, che ha specificato come il Movimento sia consapevole di questa provocazione.

All'interno del documento veniva specificato anche come fosse possibile che gli organi di Polizia non procedessero a mettere in atto la consulta.

Lo stesso Calvani ha poi confermato che il Movimento risponderà per il modo in cui è stato diramato il documento, ma vuole assoluta chiarezza sulla vicenda.

I processi popolari e quel periodo storico mai dimenticato

Quando si fanno i paragoni bisogna andarci ovviamente con i piedi di piombo, anche perché la storia e le motivazioni sono in costante mutamento.

I processi popolari riportano però ad un periodo buio della nostra storia, quando le provocazioni erano ben altre e quando i rapimenti si sostituivano ai finti processi.

La contestazione mossa nei confronti del Movimento dei Forconi - 9 dicembre riguarda proprio il modo in cui è avvenuta: una provocazione, in quanto tale, deve suscitare forti sentimenti, ma con l'attenzione mediatica si rischia purtroppo di finire dalla parte del torto e scavare in un passato mai dimenticato. Il fermento c'è e molte classi sociali sono arrivate ai limiti della sopportazione, anche spinte da notizie che rischiano di creare un'indigestione anche ai più forti di stomaco. E tra perquisizioni e volantini provocatori, si torna con la mente a quel periodo di piombo che ha stretto nella morsa un paese intero. Non ci sono più gli spari e le vendette, ma la pesantezza si sente soprattutto nell'aria che si respira.