Secondo un’inchiesta pubblicata ieri, 28 marzo, dal Fatto Quotidiano, il ministro della Pubblica Istruzione, Marianna Madia, avrebbe plagiato circa 4.000 delle 28.000 parole di cui è composta la sua tesi di dottorato, ottenuto nel 2008 alla Scuola Imt di Lucca. L’interessata smentisce con un tweet rilanciato dall’agenzia di stampa Ansa e lascia intendere chiaramente di voler ricorrere alle vie legali per difendersi da quelle che ritiene illazioni. “Per trasparenza, ecco la mia tesi di dottorato - ha cinguettato la madia - valuteranno i giudici il danno che ho subito oggi”.

Intanto, a parte i quotidiani Libero e Il Mattino, che rilanciano la notizia senza grande enfasi sui propri siti internet, il resto dei media mainstream cerca di insabbiare i fatti semplicemente censurandoli. Ma il presunto copia/incolla della Madia fa tornare in mente agli italiani casi analoghi, come quello recente del ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, di politici che avevano inserito nel proprio curriculum titoli di studio rivelatisi poi inesistenti.

Da Fedeli a Bossi, passando per Giannino, storia di studi mai fatti

L’ultimo caso, in ordine cronologico, di titoli di studio vantati senza averli mai ottenuti, è quello di Valeria Fedeli.

La senatrice del Partito Democratico, nominata ministro dell’Istruzione del governo Gentiloni il 12 dicembre 2016, al posto dell’unico ministro ‘tagliato’ rispetto al governo Renzi, Stefania Giannini, non si è mai laureata. Fino a pochi mesi fa, però, nel suo curriculum pubblicato on line compariva una laurea in Scienze sociali in realtà mai ottenuta.

La Fedeli, anzi, come scoperto da Mario Adinolfi, non risulta nemmeno diplomata, avendo conseguito esclusivamente un titolo di studio Magistrale, di durata triennale, che non consente il proseguimento degli studi universitari. Naturalmente niente dimissioni per la Fedeli.

Il caso che però suscita ancora scalpore e ilarità è quello di Renzo Bossi, il figlio minore di Umberto, ex leader della Lega Nord. Nel maggio del 2012, durante l’inchiesta che vedeva come protagonista l’ex tesoriere leghista Francesco Belsito (quello dei diamanti ndr), la Guardia di Finanza scopre nella cassaforte di quest’ultimo un diploma di laurea triennale in Gestione Aziendale, ottenuto il 29 settembre 2010 presso la Facoltà di Economia dell'Università privata Kristal di Tirana, capitale dell’Albania.

“Ho saputo della mia laurea in Albania solo dopo questa indagine, non mi risulta di aver fatto l’università”. Una laurea ‘a sua insaputa’ per il ‘trota’ che, però, è accusato di averla comprata con 77.000 euro ‘presi in prestito’ dalle casse della Lega.

Anche il giornalista economico Oscar Giannino, attualmente impiegato a Radio24, rimarrà nella storia perché, alla vigilia delle elezioni politiche del 2013, dove si presentava nelle vesti di leader del movimento Fare, fu pizzicato a dichiarare il falso su un presunto master conseguito all’Università di Chicago. Da lì, a cascata, si scoprì che anche le due lauree in Economia e Giurisprudenza erano ‘farlocche’. Altro nome è quello di Daniela Santanchè, la pasionaria berlusconiana che nel 2011 ha visto il master alla Sda della Bocconi di Milano, vantato nel cv, trasformarsi in un semplice corso per neo imprenditori della durata di dieci mesi.

Ultimo ‘falso laureato’ della lista è Guido Crosetto. Ex fondatore di Fratelli d’Italia e sottosegretario alla Difesa, sul sito internet della Camera il ‘gigante’ Crosetto si vantava di una laurea in Economia e commercio. Bugia ammessa poi da lui stesso.