Dopo circa un anno dal discusso referendum, l'argomento trivelle torna a svegliare l'opinione pubblica. A far discutere sono i due provvedimenti adottati dal governo Gentiloni in materia di attività petrolifere. Il primo è un decreto del ministero dello Sviluppo che regola le trivellazioni entro le 12 miglia; il secondo - e più discusso- è la defiscalizzazione per le piattaforme petrolifere, provvedimento inserito nella cosiddetta manovrina fiscale. Per tutte quelle che la norma definisce come "costruzioni ubicate nel mare territoriale" non è previsto il pagamento di Imu, Ici e Tasi, in quanto questi non sono fabbricati iscrivibili al catasto.

300 milioni di motivi

Calcolatrice alla mano, la riduzione fiscale prevista dal governo per le compagnie petrolifere ammonterebbe a circa trecento milioni di euro. Un maxi-sconto che peserebbe interamente sui Comuni, già messi a dura prova dall'eliminazione dei conferimenti statali. Inoltre, la decisione del governo sarebbe in evidente contrasto con una sentenza del 24 febbraio 2016 della Corte di Cassazione che valutava le piattaforme petrolifere assoggettabili a Ici, Imu e Tasi. Ad opporsi alla norma c'è anche la commissione Ambiente del Senato, che invita a rivalutare la defiscalizzazione prevista dalla manovrina. Il governo però tira dritto e non ha intenzione di fare modifiche.

Avanti tutti

Gli spazi per il dialogo sarebbero risicati anche per quanto riguarda la regolamentazione delle attività petrolifere entro le 12 miglia dalla costa. L'accusa che viene mossa al governo dall'opposizione è di favorire la nascita di nuovi pozzi, mascherandoli con la scusa di interventi funzionali o di efficientamento delle piattaforme già esistenti.

Sarebbe una "norma cavallo di Troia", come l'ha definita la deputata Pellegrino, membro della commissione Ambiente. Anche in questo caso il governo respinge in blocco le accuse di favorire i petrolieri, rassicurando tutti che la norma regolamenta solo quanto già previsto dalla legge in materia di attività petrolifere entro le 12 miglia dalla costa.

Da Palazzo Chigi ripetono che il provvedimento ha l'esclusiva finalità di favorire interventi di manutenzione e la chiusura mineraria dei pozzi, con relativo smantellamento della piattaforma. Intanto l'opposizione sta preparando una mozione di sfiducia verso il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda.