Di ieri l'accordo (per ora, solo a parole) tra il segretario Renzi e una parte consistente dell'opposizione. Sembra che il sistema tedesco sia il modello giusto per arrivare a nuove elezioni, tanto per il M5S, che per Forza Italia. Nella pratica, prevede uno sbarramento al 5% e taglia fuori i piccoli partiti. Mentre Grillo ha dato ieri (lunedì 29 maggio) l'ok alla proposta - coinvolgendo il suo elettorato in una consultazione via blog - è fissato per oggi alle 18 l'incontro con Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia presso la direzione del Pd.
Gelo tra Renzi e Alfano sul modello tedesco
Renzi ha cercato un accordo sul modello elettorale che ricalchi quello di Berlino per due ragioni fondamentali. Prima di tutto, per "limitare il numero dei partitini" che possano sedere in Parlamento. Ma anche perché, ha spiegato, in questo modo l'elettore sa per chi vota, dato che i nomi sono sulla scheda. Questa scelta ha portato il leader di Rignano allo scontro aperto con Alfano, capo del Ncd. Che ha criticato duramente Renzi con riferimento allo sbarramento al 5%. L'obiettivo del segretario Pd è quello di arrivare a un accordo sul sistema elettorale entro il 5 giugno; o, al più tardi, entro il 12 giugno.
No a un incontro a due tra il segretario Pd e Berlusconi
Se sembra trovata l'intesa tra FI e Renzi, in merito al modello elettorale da usare nelle prossime elezioni, non è però il momento di alleanze a due. Con questo argomento, Renzi ha respinto l'invito del Cavaliere a un incontro faccia a faccia a Palazzo Grazioli: "E' fondamentale trovare un accordo largo tra le principali forze politiche e non dare l'impressione di un'intesa a due".
Come funziona il sistema elettorale tedesco
A meno di profonde modifiche nella Costituzione italiana, il modello tedesco sembra impossibile da attuare in Italia. Non solo perché cambiano le strutture stesse dei due Paesi in relazione al contesto elettorale (la Germania è un federalismo; l'Italia, un bicameralismo perfetto); ma anche perché esistono profonde differenze sulla dinamica di alleanze e sul numero dei parlamentari (in Germania, non è fisso, a differenza dell'Italia).
Di fatto, l'elettore tedesco ha due voti a disposizione. Un primo voto ("erstimme"), che designa il candidato scelto (dentro un proprio collegio e secondo un sistema maggioritario). Un secondo("zweitestimme"), con cui l'elettore sceglie la lista, o il partito. Secondo un sistema proporzionale che assegna la percentuale di seggi in parlamento in proporzione alla percentuale di voti ottenuta. Il sistema tedesco, infine, non incentiva alle coalizioni, per il semplice fatto che è il secondo voto a stabilire la percentuale di seggi da dare ai partiti.