Sono ore davvero difficili per Angelino Alfano. L’incontro con Matteo Renzi ha sancito la spaccatura col segretario del Partito Democratico sui due temi fondamentali dell’agenda politica: la nuova legge elettorale e il voto anticipato. Infatti l’accordo del Pd con il Movimento 5 Stelle e Forza Italia per un sistema proporzionale che preveda una soglia di sbarramento al 5%, quota difficile da raggiungere per Ap, ha aperto la strada alla chiusura anticipata dalla legislatura: gli Italiani potrebbero tornare alle urne in autunno, forse già a settembre o ad ottobre.
Così tra pochi mesi il partito del ministro degli Esteri, insieme ad altre forze politiche, potrebbe improvvisamente ritrovarsi fuori dal Parlamento.
Gli scenari politici possibili
La speranza di Alfano è quella di riuscire ad abbassare la soglia di sbarramento durante il percorso parlamentare del disegno di legge elettorale. Basterebbe portarla al 4% per rientrare in gioco e tornare ad avere un ruolo fondamentale in una legislatura nella quale molto verosimilmente si potrà governare solo con larghe intese. Ma la vastità del fronte che si è venuto a creare crea qualche timore negli uomini di Ap: c’è chi come Maurizio Lupi vorrebbe uscire dalla maggioranza al più presto. Ma in questo caso il partito di Alfano si renderebbe responsabile della caduta dell’esecutivo Gentiloni, facendo un favore politico non da poco a Renzi che preme per andare al voto al più presto.
Le due alternative per gli uomini di AP
Le alternative per il futuro sono sostanzialmente due: cercare di aggregare le forze centriste intorno ad una figura forte come quella del ministro della Sviluppo economico Carlo Calenda, oppure un ritorno con la coda tra le gambe in Forza Italia, ma non per tutti; ci sarebbe anche qualche ingresso nel Pd da parte di quegli esponenti che si sono avvicinati da tempo al partito, come la ministra della Salute Beatrice Lorenzin.
Alfano sembrerebbe puntare sulla prima ipotesi quando afferma che “ci sono tante forze politiche e persone della società civile disponibili a creare una coalizione liberale popolare che supererà la soglia di sbarramento”.
L’iter della legge elettorale
Così, mentre Silvio Berlusconi ribadisce il sostegno ad una soglia di sbarramento alta (“Dipendesse da me la porterei all’8%”), ad Alfano non resta che appellarsi alla direzione del Pd affinché “pensi all'Italia e al danno di miliardi che la fretta di andare al voto in piena legge di stabilità può fare all'economia”.
Il ministro arriva a parlare di “impazienza di rientrare a Palazzo” da parte di Matteo Renzi. Ma ormai i giochi sembrano fatti: si punta a far partire l’esame del disegno di legge elettorale in Aula alla Camera già il 5 giugno, in modo da velocizzarne il più possibile l’iter parlamentare. Infatti, secondo i calcoli degli uomini del segretario del Pd, il via libera definitivo del Senato potrebbe già esserci entro la metà di luglio. In questo modo Mattarella potrebbe sciogliere le Camere per indire le elezioni anticipate in una domenica tra il 24 settembre e l’8 ottobre.