Il centrodestra unito ha vinto, come profetizzato da Silvio Berlusconi dopo il primo turno. L'obiettivo immediatamente successivo sarà quello di confermare il risultato delle amministrative nelle prossime tornate elettorali, ma il primo problema (peraltro già noto) è quello di una leadership vissuta sulla classica 'poltrona per due'. Berlusconi in passato ha avuto svariate alleanze, quella con la Lega è storica. Ma se a quei tempi il Cavaliere godeva degli altisonanti numeri di Forza Italia, oggi lo scettro è conteso da Matteo Salvini. Il Carroccio sembra aver abbandonato pretese secessioniste ed inizia a raccogliere qualche consenso in più oltre la riva meridionale del Po, grazie al populismo di facile consumo su cui si basano i suoi programmi politici.
Da partito nordista, oggi la Lega è un partito di destra per nulla dissimile al Front National francese di Marine Le Pen. L'alleanza Berlusconi-Salvini è necessaria ad entrambi per marciare verso il parlamento, ma ci sono differenze di base che saranno difficili da appianare. Per cui è possibile che nessuno dei due si goda a lungo la vittoria, la resa dei conti potrebbe essere vicina.
Divergenze sulla legge elettorale
Il primo scontro potrebbe arrivare sulla ben nota legge elettorale. Al momento, dopo la frana del modello tedesco, la legge che rimane è l'Italicum corretto dalla Consulta. Salvini insiste su un sistena di tipo maggioritario che possa spingere le coalizioni. Berlusconi è dubbioso al riguardo, ma onestamente con un sistema proporzionale come quello attuale la strada delle coalizioni è sbarrata.
Il segretario del Carroccio parla di un centrodestra trascinato dalla Lega, il Cavaliere insiste sulla coalizione moderata a trazione forzista. Su queste basi, il dialogo diventa difficile e, con il 'Consultellum', il centrodestra unito alle elezioni politiche è un'opzione impossibile. Recentemente, ma non poteva essere altrimenti, Berlusconi ha smentito qualunque ipotesi di large intese con il PD per governare.
Ma in quel momento, quando ancora non si era votato per un ballotaggio che poteva dare nuova linfa al centrodestra come in effetti è stato, tale dichiarazione era più che scontata. PD e Forza Italia torneranno a discutere di un possibile accordo sulla legge elettorale, questa è l'unica certezza. L'altra è che i nodi del centrodestra verranno al pettine e, considerata la situazione attuale di Forza Italia e Lega, nessuno dei due partiti è in grado di dettare un 'aut-aut'. E se Berlusconi stesse soltanto aspettando segnali di fumo dal PD? La melina sulla legge elettorale potrebbe essere un indizio in tal senso.