Un G7 teso, con all'orizzonte un accordo per nulla scontato, ha avuto il via a Bologna, con la presidenza italiana affida al Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. E' il primo summit delle grandi potenze dopo il ritiro annunciato dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump dagli accordi di Parigi.

Tanti i temi sul tavolo: rifiuti in mare, riciclo ed economia circolare, tassazione ambientale ed eliminazione dei sussidi dannosi all'ambiente.

Nella lente di ingrandimento quindi gli Usa, che rimangono sulle posizioni intransigenti annunciate da Trump, anche se lo strappo definitivo non è arrivato.

Per di più, la partenza anticipata del direttore dell'agenzia federale per l'ambiente, Scott Pruitt, anche se programmata, e la conseguente sostituzione con Jane Nishida, funzionario dell'EPA non certo di primo rango, è sembrato a tanti un segnale di scarso interesse da parte degli americani per le posizioni degli altri paesi e per il summit in generale.

La mattina si è aperta con un invito/avviso del Ministro Galletti, che ha ribadito che l'accordo di Parigi è ''Irreversibile e non negoziabile''. Un braccio di ferro destinato a continuare, vista l'apposizione della postilla, fortemente voluta dagli Usa, che smarca il Presidente Trump sul clima e le banche dello sviluppo. Gli americani sostengono di aver raggiunto, negli ultimi anni, un'importante riduzione del CO2, portata ai termini pre 1994.

Nonostante non sia messa in discussione la collaborazione internazionale, gli States, ribadiscono che lo sviluppo sarà coerente con le ''priorità nazionali'', e di conseguenza, non firmeranno delle limitazioni imposte in ambito internazionale sul clima e sulle MDB (banche multilaterali di sviluppo). Questo specifico paragrafo, è stato dunque votato solo dagli altri 6 paesi e dall'Unione Europea.

Trump dà ancora una volta una prova di forza in campo internazionale, sfidando le altra potenze sul campo dello sviluppo nell'ambito green. La rinuncia degli Stati Uniti, in pratica i più attesi del convegno, rischia di trasformare l'approvazione del documento del G7 Ambiente una vittoria di Pirro. Gli Stati Uniti rischiano di trascinare nella loro decisione anche le altre grandi potenze, Russia e Cina su tutte, e di dare alle nuove forze economiche che stanno acquisendo sempre più potenza, Brasile e India, un alibi per il non rispetto dell'ambiente, con una continua e sempre maggiore produzione fuori dagli accordi internazionali sul clima e per la difesa dello stesso.