Era il giugno del 2009 quando il giornalista di Repubblica, ora scomparso, Giuseppe D’Avanzo, decideva di porre all’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, quelle che sono passate alla storia come le 10 domandeal Cavaliere sui casi Noemi Letizia e Ruby Rubacuori. Il quotidiano fondato da Eugenio scalfari insistette per mesi a reiterare le 10 domande alle quali, naturalmente, Berlusconi si guardò bene dal rispondere. Oggi, 25 novembre 2017, dopo che proprio Scalfari si è reso protagonista di un’uscita fuori dalle righe, confessando di preferire il capo di Forza Italia a quello del M5S Luigi Di Maio, è il direttore del Fatto Quotidiano, Marco travaglio, a decidere di porre 10 domande al collega Scalfari.

L’intento è naturalmente provocatorio, ma adesso si attendono le risposte del decano dei giornalisti italiani.

Travaglio pone 10 domande a Scalfari

Il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, affida al consueto ‘corsivo’ del suo giornale la provocazione delle 10 domande a Scalfari sulla preferenza di quest’ultimo per Berlusconi in confronto a Di Maio. La domanda numero 1 è se per caso Scalfari abbia “cambiato idea un’altra volta” in merito al suo giudizio sull tycoon di Arcore, visto che, dopo aver dichiarato la sua preferenza per B. negli studi di DiMartedì di Giovanni Floris, ieri (24 novembre) ha scritto su Repubblica di non aver “cambiato posizione”, di aver solo risposto ad una “domanda paradossale” e di auspicare “un’intesa non di natura politica” tra Pd e Forza Italia.

Nella domanda numero 2 Travaglio chiede al collega perché consideri “insulti” le critiche di aver cambiato casacca, mosse nei suoi confronti in questi giorni, visto che, nella sua vita, ricorda l’allievo di Indro Montanelli, è passato dal fascismo, al socialismo, al comunismo, al craxismo, appoggiando poi tutti i leader di centrosinistra.

Scalfari intervista Berlinguer sulla questione morale

La domanda numero 3 parte dall’antefatto del 1981, quando Scalfari, subito dopo l’esplosione dello scandalo P2, intervistò l’allora segretario del Pci, Enrico Berlinguer, sulla necessità di una “questione morale”. Travaglio imputa a Scalfari di essere un ipocrita per aver riabilitato “il piduista pregiudicato B.” e per aver “strumentalizzato la questione morale nella guerra di potere e affari tra Gruppo Repubblica e Gruppo B.”.

La domanda numero 4 parte da un durissimo articolo scritto da Scalfari contro Berlusconi il 27 aprile 2014 (a seguito della condanna definitiva per frode fiscale del Cavaliere) in cui l’anziano giornalista parlava di “vergogna” e di “etica pubblica”. Sentimenti che, si chiede Travaglio, sarebbero “caduti in prescrizione”?

Meglio Berlusconi di Salvini

La domanda numero 5 chiede conto del giudizio dato da Scalfari su Matteo Salvini il quale, a suo giudizio, dovrebbe essere scaricato da Berlusconi per favorire l’intesa con Matteo Renzi. Meglio il pregiudicato di Arcore che l’incensurato leader della Lega? La domanda numero 6 chiede a Scalfari di spiegare perché, a suo giudizio, Di Maio capo del governo riuscirebbe a fare peggio dei “tre governi B.

che si sono rivelati il peggio del peggio”, come a più riprese pontificato dallo stesso Scalfari nei suoi articoli. Domanda numero 7 incentrata sulla differenza tra il “pregiudicato, interdetto, ineleggibile” e amico di lunga data dei mafiosi, Silvio Berlusconi, e il leader pentastellato che a suo carico ha solo una denuncia per diffamazione. Come fa ad essere meglio B. di Di Maio? Nella domanda numero 8 Travaglio ricorda che, in un pezzo del 22 marzo 2009, Scalfari paragonò Berlusconi a Mussolini. Come può dunque Di Maio essere “più pericoloso” di lui? Come è possibile che Berlusconi, questa la domanda numero 9, corruttore giudiziario e in rapporti con i vertici della mafia tramite l’amico Marcello Dell’Utri fin dal 1974 (come accertato da sentenze giudiziarie in via definitiva), possa essere migliore di Di Maio? La domanda numero 10, infine, è puramente provocatoria: “Siamo sicuri che Ruby Rubacuori non fosse davvero la nipote di Mubarak?”.