Una mattina tranquilla al mercato Cambiaghi, da un lato i ragazzi di CasaPound che hanno posizionato un banchetto elettorale, dall'altro i ragazzi dei centri sociali che distribuiscono volantini contro l'iniziativa, come riporta il quotidiano La Stampa. In pochi minuti iniziano i disordini, finiti a cinghie sguainate da parte dei ragazzi di casapound e lanci di frutta e verdura da parte dei ragazzi dei centri sociali, tra Forze dell'Ordine a placare e gente comune che si ripara dietro i banchi.

Fatti di cronaca che riportano a delle riflessioni diffuse negli ultimi mesi, ritorno al fascismo sì, ritorno al fascismo no, bufale o il passato che ritorna?

A rincorrersi sono gli articoli dei quotidiani nei confronti di un movimento discusso, a tratti sottovalutato, ridicolizzato anche, come di contro descritto come un pericolo concreto e reale presente in 100 sedi con 10.000 militanti (dati Lettera43).

Cosa dice la legge

Una prima legge nazionale, la 645 del 1952, recita avanzando “sanzioni per tutte quelle associazioni, movimenti o gruppi aventi o perseguenti le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista”, passaggio chiarito e precisato dalla Corte Costituzionale nel 1958 che stabilisce da considerarsi reato “l'istigazione indiretta a commettere un fatto rivolto alla riorganizzazione del partito fascista” e a renderlo a tal fine “idoneo ed efficiente”.

Ma cosa dice il movimento, come si muove nei canali ufficiali? Andando a verificare nel sito del partito, la comunicazione e le frasi utilizzate richiamano ripetutamente il linguaggio bellico e nella sezione Blocco studentesco – troviamo l' auto-definizione di “occupazione non conforme al fascismo del terzo millennio”, con l'obiettivo di “portare lo stesso spirito d'avanguardia”.

Nella sezione - programma studentesco – viene esplicata la parte “migliora te stesso” avente ad oggetto la ricorrenza dell'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale, momento da celebrarsi con “percorsi e viaggi a tema nei luoghi sacri della Patria” per riportare in auge valori come “il coraggio e l'eroismo”.

Si propone inoltre un aumento delle ore di educazione fisica pari al 50 per cento, qualunque siano le attività, ma si consigliano “sport di tiro e di combattimento”. Significative invece le parole legate alla manifestazione per Andrea Augenti, del 4 novembre, dove si distingue tra il celebrato “eroe” non paragonabile ai “così detti rifugiati” etichettati come “persone che abbandonano la Patria al proprio destino”. Si definiscono “pronti a tutto”, perfino “al sacrificio massimo della vita”.

L'impressione che traspare è che l'Italia sembri vivere in una condizione di conflitto e necessiti di essere liberata. Ad ogni paragrafo infatti è difficile non trovare espressioni come “andare all'assalto del futuro”, da reclamarsi come “un diritto che si conquista combattendo”.

Osservando i comunicati stampa emerge l'elogio delle campagne volte a ritrovare “lo spirito eroico e combattentistico dei Padri”. La situazione non cambia quando si parla di diritto internazionale, le cui norme dovrebbero sottostare alla “sovranità del popolo italiano”. Nella dimensione locale e comunale si cita “l'ingresso dei combattenti” in municipio. Dando uno sguardo al materiale divulgativo si legge che “in ogni città abbiamo innalzato barricate a difesa del territorio”, esaltando l'impedimento di centri d'accoglienza a Settecamini e a Infernetto, lamentando la carica violenta della polizia subita invece a Casale San Nicola ed altre azioni celebrative, come l'impedimento a Bolzano dello “smantellamento dei monumenti cittadini di epoca fascista”.

Non si definisce un movimento omofobo, ma esprime con chiarezza la volontà di “contrastare con forza l'introduzione dell'ideologia gender nelle scuole” e ogni “ipotesi di adozione di bambini a coppie gay”.

Viene da concludere con una espressione presa in prestito: “le parole sono importanti”.