L'ascesa di casapound nel municipio di ostia, sul litorale romano, è sempre più un caso che fa discutere. L'apertura della campagna elettorale del movimento nel teatro più grande dell'intero municipio sta creando agitazione nei partiti, da destra a sinistra, che temono di perdere voti.

Le 300 persone al teatro

Alla presenza del vicepresidente nazionale Simone Di Stefano, i leader locali Luca Marsella e Carlotta Chiaraluce hanno lanciato la loro sfida davanti ad una platea di 300 persone. Un risultato incredibile per un movimento che alle scorse comunali nel X Municipio ha preso il 2%, ma non inaspettato per chi conosce da più vicino le attività di CasaPound in un territorio per niente facile.

E' bastato guardare tra il pubblico per comprendere la crescita di Cpi: non solo i giovani militanti (comunque tanti), ma anziani, donne, famiglie. Persone dei quartieri popolari e imprenditori, disoccupati e padri separati che CasaPound aiuta da due anni con la raccolta alimentare, e professionisti di ogni categoria. Nessuno, guardando la platea, avrebbe pensato che si trattasse di un evento di CasaPound, anche a giudicare dalla location, il centralissimo Nino Manfredi, ma la realtà come ha spiegato dal palco Marsella è forse che "oggi nemmeno i grandi partiti sarebbero stati capaci di riempire il teatro".

Censura e attacchi dei media non funzionano?

Il seguito di CasaPound sembra ancora più impressionante se si pensa agli attacchi ed alla censura dei principali media e giornalisti locali, almeno a sentire le loro parole.

"Con l'avvicinarsi della campagna elettorale - ha spiegato Carlotta Chiaraluce - è drasticamente diminuito il nostro spazio su televisioni e giornali locali. Noi non abbiamo né padrini, né padroni e questo mette paura. Abbiamo imparato ad usare i social network e stiamo investendo in altre forme di pubblicità". Ed in effetti ai cittadini di Ostia le facce di Marsella e Chiaraluce non devono essere passate inosservate, considerato che campeggiano su cartelloni 3x2 posizionati in tutti i quartieri.

E l'idea di una coppia (legata anche nella vita) che possa risollevare le sorti di un territorio commissariato per mafia dopo l'arresto dell'ex presidente del municipio sembra convincere e non essere scalfita nemmeno dagli attacchi di alcuni giornalisti, a partire da Federica Angeli, penna di Repubblica da sempre vicina al Pd, che sosteneva proprio l'ex presidente Tassone coinvolto in Mafia Capitale e che sembra ossessionata da CasaPound.

Ma dove può arrivare CasaPound?

Ad Ostia probabilmente si voterà ad ottobre e che possa essere eletto un presidente di municipio di CasaPound sembra improbabile. Sono gli stessi responsabili ad ammetterlo. "Puntiamo ad eleggere dei consiglieri - ripete Marsella - perché indipendentemente da chi vincerà mandare in municipio dei combattenti sarà la vera vittoria. Qui hanno fallito tutti, dal Pd al M5S passando per il centrodestra che ha governato cinque anni senza cambiare una virgola ma favorendo i soliti interessi ed addirittura la sinistra radicale e gli immigrati". Il riferimento al Teatro del Lido assegnato ad un consigliere di Sel ed all'ex colonia Vittorio Emanuele occupata da centinaia di immigrati a cui il Comune di Roma (anche sotto la giunta Alemanno) continua a pagare le utenze è evidente.

Superare il 5% ed entrare in consiglio è un obiettivo assolutamente alla portata di CasaPound, almeno in questo municipio dove i militanti sono inseriti in ogni dinamica, aiutano 250 famiglie con la raccolta alimentare e sono punto di riferimento un po' per tutti. Da qui nasce la preoccupazione dei partiti, CasaPound prende voti a destra, intercetta il voto di protesta e sconfina anche a sinistra. L'exploit è dietro l'angolo con tutte le conseguenze che un risultato del genere in un municipio romano potrebbe scatenare anche a livello nazionale.