Il 4 marzo l'Italia andrà al voto. Alla fine è stata stabilita la data del 4 marzo per le elezioni politiche. I cittadini saranno chiamati al voto per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Il 26 ottobre 2017 è stata approvata una nuova legge elettorale, chiamata Rosatellum bis, che si discosta in gran parte dal Porcellum, legge con cui si è votato nel 2013. Andiamo dunque ad approfondire nel dettaglio cosa prevede la nuova legge.

Un incrocio tra proporzionale e maggioritario

Come sappiamo il Parlamento italiano è composto da 630 deputati e 315 senatori.

Il Rosatellum prevede l'elezione di una parte dei parlamentari tramite il metodo proporzionale, ripartiti a base nazionale per la Camera e a base regionale per il Senato, tra le coalizioni e le singole liste che superino la soglia di sbarramento. Precisamente saranno assegnati col proporzionale il 61% dei seggi: 386 alla Camera e 193 al Senato. Il 37% dei seggi sarà invece attribuito con il metodo maggioritario, dividendo l'Italia in 116 collegi uninominali. Ad ogni collegio è assegnato un seggio. Il partito o la coalizione che prenderà più voti in tale collegio otterrà il seggio in parlamento. Si assegneranno 232 seggi alla Camera e 116 al Senato con questo metodo. Il restante 2% dei seggi, ossia 12 seggi alla Camera e 6 al Senato, saranno assegnati dal voto degli italiani all'estero.

Le soglie di sbarramento

Con la nuova legge elettorale sono fissate alcune soglie di sbarramento per i collegi plurinominali, dunque per la parte proporzionale. Si parla di sbarramento al 3% su base nazionale per le singole liste, al 10% per le coalizioni, sempre a base nazionale e al 20% su base regionale perle liste singole al Senato.

In ogni caso all'interno delle singole coalizioni non saranno considerati nel conteggio i voti riportati dalle liste che non abbiano raggiunto l'1% a base nazionale.

Ancora una legge che non prevede preferenze

Anche con il Rosatellum bis, gli elettori non potranno esprimere la propria preferenza per i candidati. Saranno presentati dei listini bloccati nei collegi plurinominali con all'interno da 2 a 4 nomi.

Nei collegi plurinominali ogni lista presenterà il suo listino, mentre nei collegi uninominali ci sarà un candidato unico per la coalizione; il candidato che riporterà più voti verrà eletto. Sarà possibile candidarsi in più collegi, fino ad un massimo di 5 e sarà obbligatoria l'alternanza di genere, ossia all'interno delle liste per ognuno dei due generi vi dovrà essere un numero di candidati compreso tra il 40 e il 60%.

Questa è in sintesi la legge elettorale con cui si andrà al voto. La mattina del 5 marzo avremo ancora più chiaro il suo funzionamento una volta attuata per la prima volta.