Gli Stati Uniti ed i 19 alleati, tra cui anche l'Italia, hanno deciso di inaugurare definitivamente il blocco navale della Corea del Nord controllando sistematicamente ogni nave diretta verso le coste di Pyongyang per impedire, così, a Kim-Jong Un di poter violare le sanzioni delle Nazioni Unite nonché l'importazione di materiale bellico. Non ci saranno complicazioni né interferenze con i traffici legali marittimi, ma saranno ostacolati solamente gli scambi nave a nave come quelli già avvenuti in mare aperto e testimoniati dalle immagini satellitari.
A riportare la notizia è stato proprio il segretario di stato americano, Rex Tillerson, subito dopo il termine del Summit tenutosi in Canada, a Vancouver, dal quale sono stati esclusi Cina e Russia. La riunione dei ministri degli esteri aveva come scopo quello di dimostrare la solidarietà di tutto il mondo nei confronti delle azioni illegali compiute dalla Corea del Nord anche se l'obiettivo principale del Summit era quello di rafforzare gli sforzi diplomatici volti alla denuclearizzazione di Pyongyang per garantire maggior sicurezza e prosperità alla penisola asiatica. Tutti i 20 paesi partecipanti, sembra, si siano trovati d'accordo nel non voler far cadere l'attuale regime nordcoreano ma nel voler far rispettare tutte le sanzioni stabilite dalle Nazioni Unite.
La rabbia di Russia e Cina
Nella conferenza stampa di Mosca del 15 gennaio il ministro degli esteri russo, Lavrov, ha dichiarato esplicitamente di non essere stato invitato alla conferenza internazionale svoltasi in Canada e che, in ogni caso, il Summit organizzato da Canada e Stati Uniti non porterà a nulla di buono. La Russia, invece, ha affermato il ministro degli esteri, si dichiara disposta ad aprire un dialogo bilaterale tra Washington e Pyongyang proponendo il congelamento totale di ogni iniziativa militare in grado di incrementare ulteriormente ed inutilmente le tensioni tra i vari Stati comprese le esercitazioni navali di USA, Giappone e Corea del Sud che si stanno tuttora svolgendo.
Il ministero degli esteri cinesi ha, altresì, dichiarato che l'esclusione di fondamentali parti in causa da un Summit internazionale non può che essere solamente controproducente.
Intanto la Corea del Nord non ha affatto dimostrato di voler cedere alle sanzioni delle Nazioni Unite né di voler rinunciare al nucleare. Gli esperti hanno già affermato che il Summit di Vancouver appena concluso serviva solo per rafforzare la posizione di Rex Tillerson all'interno della Casa Bianca dato che una possibile risoluzione diplomatica e l'efficacia del funzionamento delle sanzioni dell'Onu sarebbero dipese soprattutto dai due Paesi esclusi dal Summit: Cina e Russia.