Le elezioni politiche sono finalmente arrivate. Dopo cinque anni, tre governi e altrettanti presidenti del Consiglio (Letta, Renzi, Gentiloni), domenica 4 marzo gli italiani andranno a votare per decidere la composizione dei due rami del Parlamento. Ma come si vota? Dopo due pronunce di (parziale) incostituzionalità sull’Italicum e sul Porcellum, qual è il sistema elettorale ad oggi vigente in Italia?
L’approvazione in Parlamento
La legge è nota con il nome di Rosatellum bis, o solo Rosatellum. Il nuovo sistema elettorale, valido per l’elezione della Camera e del Senato, è stato approvato dalle forze politiche (Pd, Forza Italia, Lega Nord, Alternativa popolare) in via definitiva nella seconda camera lo scorso ottobre.
La legge, che prende il nome dal capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato, suo proponente, ha sostituto l’intera legislazione elettorale precedente: l’Italicum per la Camera, e il Porcellum per il Senato.
Come funziona
Il Rosatellum è una formula elettorale di tipo misto, con una forte componente di proporzionalità, corretta da una quota maggioritaria. Poco più di un terzo dei seggi tra Camera e Senato (per esattezza, 232 alla Camera e 102 al Senato) saranno eletti in collegi uninominali. Con formula maggioritaria, dunque: ottiene il seggio il singolo candidato che ha raccolto più voti. La parte restante dei seggi (386 alla Camera, e 207 al Senato) verrà invece eletta in collegi plurinominali, secondo un sistema proporzionale.
Nelle circoscrizioni estere, inoltre, saranno assegnati 12 seggi per la Camera e 6 per il Senato.
Le soglie di sbarramento e il voto disgiunto
È previsto l’obbligo di superare una soglia minima (di sbarramento) al 3% dei voti su base nazionale per i singoli partiti. Mentre per le forze politiche che si presentano alle elezioni in coalizioni, la soglia minima è fissata al 10%.
La scheda è unica (una per il Senato e una per la Camera), e non si potrà votare contemporaneamente una lista e un candidato uninominale che non è collegato ad essa (è vietato, dunque, il ricorso al voto disgiunto o incoerente, che annullerebbe la validità della scheda).
La tradizione proporzionale
La scelta di una formula elettorale a tendenza prevalentemente proporzionale non è una novità per il Paese.
Anzi, rappresenta la componente più solida e caratteristica del sistema politico italiano, fin dai tempi della Prima Repubblica. Proprio la crisi partitica avviata dalla stagione di Tangentopoli ha spinto però la classe dirigente a correggere la legge proporzionale pura con un premio di maggioranza in seggi, per intervenire sulla tendenza alla frammentarietà del sistema politico in Italia. E sulla conseguente difficile governabilità che ne deriva. L'innegabile fragilità del quadro politico (e partitico) attuale, fortemente accentuato dalla rinnovata scelta proporzionale, spinge a domandarsi se (e come) da queste elezioni riuscirà a formarsi un governo in grado di sostenere le sfide della prossima legislatura.